All’indomani del tragico terremoto che ha colpito l’Italia centrale, si comincia a parlare di come ricostruire. Tre le parole chiave: emergenza, ricostruzione e prevenzione. E 2-3 miliardi all’anno per rimettere in sesto l’Italia. La prima fase è in corso, nelle mani, con i fondi e le procedure d’urgenza della Protezione Civile. Le altre due cominciano e prendere forma e sono sui tavoli del ministero delle Infrastrutture e dell’Economia.
Una volta terminata la fase acuta dei primi soccorsi, partirà lo sgombero delle macerie per arrivare a una prima importante stima dei danni, essenziale per gli stanziamenti ulteriori da mettere in conto. Entro un mese le persone abbandoneranno le tende e saranno alloggiate nei primi edifici su moduli, poi nelle casette in legno.
Entro 4-5 mesi, stimano i tecnici del governo, tutti dovrebbero avere una sistemazione stabile. Entro 6-8 mesi, nella primavera del 2017, partirà la ricostruzione secondo la filosofia del tutto dov’era e com’era. No alla costruzione di alcuna new town.
A breve dovrebbe partire anche Casa Italia, il grande piano del governo per la prevenzione. Si può già dire che l’esecutivo intende mettere almeno 2-3 miliardi l’anno, tra incentivi ai privati sul modello ecobonus e interventi diretti (alcuni dicono che sarebbero necessari per dieci o anche vent’anni) per rammendare scuole, periferie e edifici, sottoposti a una vera cura antisismica.
Rimane da chiedersi se per una volta il piano funzionerà o se a distanza di anni la popolazione rimarrà alloggiata in abitazioni provvisorie.