Stranger Things
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Stranger Things

Tum-Tum Tum-Tum Tum-Tum Shwaaaaa

Stranger Things

Bissando i successi come Daredevil e Jessica Jones Netflix assesta un altro colpo alla “vecchia tv” con Stranger Things, un film lungo otto puntate (debuttate il 15 luglio scorso) e ambientato in quegli anni ‘80 da ragazzini che Spielberg coi suoi Goonies e E.T. ha fatto amare a milioni di (oggi) grandi e (ieri) piccini.

Ambientata precisamente nell’autunno dell’83, la storia di Stranger Things si svolge ad Hawkins, una cittadina rurale come tante del Midwest americano, se non per il misterioso laboratorio del Dipartimento per l’Energia — i men-in-black del telefilm, qui impegnati in esperimenti a metà tra il progetto Stargate e Fringe. L’incipit del pilota è presto detto: qualcosa scappa dalla struttura governativa e Will, uno dei giovani protagonisti presentati pochi minuti prima, scompare misteriosamente. Altrettanto misteriosamente appare Undici, una ragazzina dotata di poteri incredibili.

Se vi suona tutto come già sentito, avete ragione. Gli autori, i fratelli Duffer, hanno messo ben in chiaro che tra gli intenti della serie c’è proprio copiare omaggiare i film ad altezza di bambino girati da Spielberg, così come riproporre situazioni (e perfino inquadrature) di altri cult del tempo come Carrie, Poltergeist e It. A corroborare la dose di nostalgia ci pensano le musiche e la colonna sonora (ripresa impudentemente nel cappello introduttivo) insieme ad oggetti del tempo (Dungeons & Dragons! Il Walkman! I Walkie-Talkie! Le BMX!) accuratamente selezionati.

You should stay. You should not go

Malgrado l’alto livello di ricercatezza, quasi sull’orlo del posticcio, Stranger Things riesce a fare della propria caratterizzazione temporale il perfetto complemento per la sua storia oscura, il cui svolgimento viene centellinato sapientemente puntata dopo puntata.

A farla da padrone sono i dodicenni su schermo, con le loro paure, i desideri, le incomprensioni coi propri genitori, e quei gesti di coraggio, spesso mascherati da stupidi errori, tipici dell’ingenuità e dell’entusiasmo dell’adolescenza. Anche il cast “anziano” della serie sa il fatto suo. Da una parte con le cotte, le gelosie e le rivalità dei (quasi) maggiorenni, rappresentati dai fratelli dei giovani protagonisti. Dall’altra gli adulti, i genitori dei bambini e gli altri membri della comunità di Hawkins, tra cui spiccano la mamma di Will (Winona Ryder), lo Sceriffo della contea (David Harbour) e il man-in-black del governo (Matthew Modine) a rappresentare tutto lo spettro dal bianco al nero passando per varie tonalità di grigio.

Nota di rilievo per le musiche della colonna sonora che fanno uso Smodato™ di sintetizzatori, a metà tra le sonorità di John Carpenter e Moroder e quelle dei chiptune che di lì a poco avrebbe fatto da tappeto musicale dell’età d’oro dei videogames.

Acclamato dalla critica, ma sopratutto dal pubblico, la serie è stata rinnovata a fine Agosto per un’altra stagione che fungerà da sequel del fortunato predecessore.