Quanto cazzo è bello mangiare  #001
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Quanto cazzo è bello mangiare #001 "Pasta con le sarde"

Inauguriamo con questo articolo una rubrica sul cibo! A discrezione dell’autore (che significa quando gli è presa bene la giornata e decide di cucinare) vi proporrò ricetta e consigli su come preparare i piatti che mi sono beatamente divorato a casa il giorno prima. Bando alle ciance! Partiamo subito col primo piatto; che oggi sarà: La Pasta con le Sarde.

Antichissima e leggendaria ricetta siciliana, deve la sua fama principalmente al fatto che rappresenta uno dei primi perfetti connubi tra mare e terra,  creato da ingredienti poveri ma ricchi di profumi.

E ti pareva! Come sempre dagli ingredienti più poveri nascono le ricette migliori!

“Secondo la tradizione la pasta con le sarde fu inventata da un cuoco arabo del generale Eufemio da Messina, durante la campagna militare degli arabi nella zona di Siracusa (secondo un’altra versione, poco presente nelle fonti, il fatto sarebbe accaduto a Mazara del Vallo[2]). Il cuoco doveva sfamare le numerose truppe, trovandosi però in condizioni disagiate dovette fare appello alla sua inventiva ed elaborare un piatto con quel che la natura di quel luogo gli offriva; fu così che unì il pesce, rappresentato dalle sarde (o alici in altre versioni della tradizione), e i sapori della terra: finocchietto selvatico, principalmente, e pinoli.”

Il finocchietto selvatico è il co-protagonista del piatto! Indispensabile! Trovarlo non è semplice, o vi fate un bel giretto in montagna o se siete fortunati come me avete una bella siciliana che ve lo porta fresco fresco “da giù”.

Gli altri ingredienti (per 3 persone che mangiano come me) sono:

  • 500 g di sarde fresche, ovviamente!

  • 500 g di bucatini. O come dice la

  • 1 cipolla,

  • 5 filetti di acciuga,

  • 50 g di uva passa

  • Stessa quantità di pinoli,

  • una bustina di zafferano,

  • olio, sale e pepe.

Attenzione! Lo zafferano molti lo mettono, altri no, altri mettono il pomodoro, altri in bianco insomma… C’è sempre l’anarchico rivoluzionario di turno che deve rompere le scatole su quale sia la ricetta corretta.

Cosa ho fatto io? Ho usato lo zafferano! Ma come ve lo spiego in seguito :).

Prima cosa. Sbollentate il finocchietto in acqua bollente. Un paio di minuti.

Scolatelo, e tritatelo a coltello.

In una padella mettete l’olio di oliva ( come se piovesse dice il buon Giorgione) e fate rosolare la cipolla tritata ( vi consiglio tritata molto fine, che quasi scompare una volta cucinata).

Aggiungete le acciughe e fatele sciogliere.

Aggiungete i pinoli e l’uvetta e regolate di sale e pepe (occhio che le acciughe già salano di loro).

Aggiungete le sarde. Devono essere pulite e tagliate a pezzi.

Aggiungete un mestolo di acqua di cottura del finocchietto se necessario (molto probabile).

Contemporanemente avrete buttato nell’acqua (salatela) del finocchietto la pasta. Ecco io in questo momento ho aggiunto la bustina di zafferano nell’acqua! Perchè? Perchè mi da il sapore dello zafferano ma non troppo come sarebbe risultato se messo in padella insieme alle sarde. Fate vobis regaz.

Scolate la pasta in padella e mantecate.

Impiattate e…. tocco finale…. il parmigiano dei poveri! Ovvero mollica di pane tostata, quanto basta.

Una pasta meravigliosa, un connubio perfetto di ingredienti poveri, dolce, salato, croccante, fresco, acido. Un orgasmo culinario.

E questo è il risultato! Buon appetito a me.