Non è bastato lo shock dell’annuncio della Nasa di qualche tempo fa sul sistema solare TRAPIST-1 che eccoci di nuovo parlare di vita extraterreste!
La NASA ha annunciato nell’attesa conferenza di ieri sera una delle scoperte più importanti della sonda Cassini: in uno studio che sarà pubblicato domani sulla rivista _Science _gli scienziati spiegano che sulla luna di Saturno, Encelado, potrebbero esistere condizioni favorevoli per lo sviluppo della vita. Contestualmente i ricercatori del telescopio spaziale Hubble hanno segnalato ulteriori prove sull’esistenza di pennacchi che fuoriescono dalla luna di Giove, Europa.
Ma andiamo per ordine.
La sonda Cassini è uno dei fiori all’occhiello della Nasa. Sviluppata dalla in collaborazione con l’ESA e con l’ASI (ebbene si proprio noi!) la sonda Cassini è un prodigio della tecnologia spaziale del XX secolo, costituita da due componenti distinte: un orbiter e una sonda secondaria, il lander Huygens.
Lanciata nel lontano 1997 l’orbiter, ancora perfettamente funzionante, ha permesso agli scienziati di compiere alcune delle più belle scoperte mai fatte su questo gigante gassoso e sui suoi satelliti.
E proprio a quest’ultima scoperta è legato l’ultimo annuncio della Nasa.
Precisamente durante uno dei flyby effettuati da Cassini nel 2015 gli strumenti hanno rilevato nei pennacchi informazioni da cui emerge la presenza di idrogeno e anidride carbonica: “ingredienti critici per il processo noto come metanogenesi”, ossia la produzione di metano da parte di microrganismi. Non è una prova dell’esistenza della vita ovviamente ma sicuramente è uno spunto molto molto interessante.
Una missione su Encelado o su un suo simile Europa (satellite di Giove) con la possibilità di un landing sulla superficie sono opzioni al vaglio della Nasa già da molto tempo. Per entrambi la fantastica idea sarebbe quella di poter bucare lo strato superificiale, la crosta, ed accedere all’ipotetico immenso oceano sotterraneo che ricoprirebbe l’intera superficie.
[caption id=”attachment_17959” align=”alignleft” width=”232”] Credits: Nasa and JPL[/caption]
Un immenso oceano, primordiale, intatto. Un libro aperto scritto 5 miliardi di anni fa su come la vita possa crearsi.
Non è difficile pensare il perchè di tanta soddisfazione in questo annuncio.