Forse neanche i più fedelissimi sostenitori degli albori ci avrebbero creduto se gli avessero detto che nove anni dopo la valuta virtuale avrebbe sfondato il tetto dei 2500.
Il Bitcoin nato quasi per gioco, e non si sa ancora con certezza come, è letteralmente esploso negli anni, resistendo a crisi, frodi, scissioni tanto che il Giappone ha appena passato una legge che permette ufficialmente gli scambi nella criptovaluta.
Neanche la vicenda del virus WannaCry, con gli hacker che hanno chiesto il riscatto della criptovaluta, sembra turbarne la corsa inarrestabile.
Ma come mai questa impennata?
Ha giovato sicuramente di mercati azionari globali in crescita, oro in rally a quota 1.261,8 dollari l’oncia e tanta liquidità in cerca di opportunità di investimento.
Ma a trainare l’ultima ascesa della criptovaluta è stata soprattutto l’Asia orientale: Cina, Corea del Sud e Giappone contano oggi per oltre la metà delle transazioni globali nella valuta virtuale.
Inoltre a sostenere ancora le quotazioni negli ultimi giorni ci ha pensato il downgrading del rating della Cina, che potrebbe alimentare i flussi in uscita di capitali che negli ultimi mesi hanno sfruttato il bitcoin come strumento per esporate i capitali in maniera anonima.
Fino a quando durerà il rally non è facile comprenderlo. Quello che non è più in discussione è che il Bitcoin è ormai una solida realtà seppure virtuale.