In Russia da venerdì scorso chi creerà le “chat della morte”, il cosiddetto fenomeno delle “balene blu”, Blue Whale, verrà punito con 3-6 anni di reclusione, anche in assenza di un tentativo di togliersi la vita, e fino a 8 anni se esiste una vittima.
Il nome si collega allo strano fenomeno che porta alcune balene a spiaggiarsi da sole, per poi morire. L’ideatore, Philip Budeikin, un giovane di 22 anni, studente di Psicologia, è recluso in un carcere russo dal 2016. Il suo profilo sembra avvicinarsi molto a quello dei serial killer, Budeiken ha confessato di aver istigato almeno 16 adolescenti connazionali al suicidio per “purificare la società”.
Blue Whale è nato su VKontakte (Vk), un social network tipo Facebook molto popolare in Russia. I giornali russi intanto riportano notizie della diffusione del gioco in tutto il mondo, dall’Irlanda alla Spagna, dalla Grecia alla Polonia, e perfino alla Cina.
La “balena blu” sembrerebbe essere arrivata anche in Italia, recentemente la polizia postale è intervenuta dopo la denuncia di una foto postata su Facebook che mostrava lesioni che si era procurata una studentessa di 14 anni di Ravenna.
Il ‘gioco’ consiste nel seguire 50 livelli come ‘preparazione alla morte’, che si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio. Queste regole quotidiane sono caratterizzate da autolesionismo e da altre pratiche come guardare film dell’orrore per 24 ore continuative, ascoltare una particolare musica con video psichedelici e non dormire.
Le forze dell’ordine e la Polizia postale stanno monitorando le chat degli adolescenti in cerca di segnali, che possano collegarsi a questo macabro rituale «Non ci stanchiamo di predicare ai genitori l’attenzione nei confronti di alcuni segnali, come l’isolarsi del figlio, la perdita di interesse per lo sport che prima praticava, il peggioramento del rendimento scolastico».