Bufera nel mondo della musica. Botteghini con biglietti falsamente esauriti da mesi. Ticket passati sotto banco a società straniere per aumentare “fino al 90%” il valore dei tagliandi. Ecco come sarebbero stati organizzati i principali concerti in Italia negli ultimi anni: con una truffa per spillare più soldi possibili a chi era disposto a tutto pur di ascoltare il tour europeo di Bruce Springsteen o degli U2.
Lo spaccato delle principali società di eventi in Italia emerge dall’inchiesta che il pm Adriano Scudieri ha affidato al Nucleo di polizia tributaria, che ha notificato a 10 indagati la conclusione delle indagini. Sono comprese le società Di and Gi, Live Nation, Live Nation Italia e Vivo. Aggiotaggio - aver alterato il mercato - e truffa le accuse mosse dalla procura nell’atto appena formalizzato. Un raggiro, denunciato mesi fa dal programma ‘Le Iene’ - di cui i cantanti e i loro gruppi erano completamente estranei, secondo la ricostruzione della procura.
“Tutti gli indagati - scrive Scudieri - adoperavano artifizi volti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo dei biglietti degli spettacoli “. I vertici delle società organizzatrici Domenico D’Alessandro, Roberto De Luca, Antonella Lodi - le indagini hanno accertato che non era lei ad aver denunciato a ‘Le Iene’ lo scandalo in un’intervista andata in onda con il volto contraffatto -, e Corrado Rizzotto sono accusati di aver stipulato accordi con la società ginevrino Viagogo per la cessione di un elevato numero di biglietti relativi a concetti di grande richiamo, prevedendo la “retrocessione del 90% dell’intero in favore delle stesse società”.
Il percorso, secondo il ragionamento della procura milanese, era che gli organizzatori di concerti come quello dei Coldplay o di Vasco Rossi, mettevano a un prezzo “normale” un numero ristretto di tagliandi, la rimanente parte veniva rivenduta online su siti specializzati a cifre anche decuplicate, e la stessa società organizzatrice, otteneva altri guadagni. “Un sistema”, lo definisce Scudieri, che fa partire lo scandalo del bagarinaggio online “dal 2011 fino a pochi mesi fa”.
Vivo srl, in questo lasso di tempo, avrebbe venduto biglietti per un importo di 798 mila euro, ottenendo dalla rivendita guadagni per 222 mila euro. Ben maggiori i guadagni sottobanco ipotizzati per il colosso Live Nation, con ricavi ottenuti dal bagarinaggio on line da 1 milione e 200 mila euro. Ma un ruolo centrale l’avrebbe avuto Viagogo, che avrebbe rivenduto i biglietti “a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quanto stabilito dai cantanti e dagli organizzatori”, ma soprattutto “divulgando false informazioni al pubblico relative alla disponibilità degli stessi, inducendo così gli utenti ad acquistarli a un prezzo estremamente più elevato”.
La truffa - perché di questo si tratta - riguardava anche la reale disponibilità dei biglietti. Secondo quanto accertato dagli investigatori della Finanza, negli ultimi anni sempre in maniera più consistente le organizzazioni musicali, per l’accusa, vendevano a cento euro pochissimi biglietti. Gli altri - sapendo il numero delle richieste - potevano così raggiungere anche i mille euro online e garantire illecitamente guadagni ben più elevati. Notizie che sarebbero state divulgate in maniera “falsa ed esagerata, fino alla data odierna”, aggiunge ancora la procura nell’avviso di conclusione indagini.