Marvel Inhumans
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Marvel Inhumans

Sono tanti, son mutant… ah, già, sono Inumani.

Inhumans

Degli inumani (minuscola) e dei cristalli Terrigeni se n’era già sentito parlare nelle ultime stagioni di Agents of SHIELD. Persone normali che, grazie all’esposizione ai fumi rilasciati dalla rottura di suddetti cristalli, acquisiscono improvvisamente poteri incredibili: controllo dell’elettricità, super velocità, capacità di generare onde sismiche, etc.

Qualcuno ha detto X-men? Cristalli a parte, gli Inumani (a cui gli inumani di Agents sono ispirati) ricordano molto da vicino i Mutanti dal gene X. E in effetti i due gruppi di super-gente si sono spesso incontrati e scontrati sulle bande disegnate Marvel. Ma dato che Marvel/Disney/ABC non hanno i diritti per gli X-uomini (quelli se li tiene ben stretti la Fox), perché non fare una serie TV proprio sugli Inumani, I maiuscola?

La mini-serie da 8 episodi, 60 minuti ciascuno, introduce quindi la famiglia reale di Attilan, la città segreta degli Inumani sulla Luna. Ciò che contraddistingue la popolazione di Attilan è il rituale chiamato Terrigenesi, in cui i teenager della città vengono esposti ai fumi Terrigeni, attivando il loro potere mutante latente. Fin da subito è chiaro che la mutazione, o meglio, l’utilità della stessa, è la moneta di scambio ad Attilan, il cui severo sistema di caste favorisce coloro che sviluppano poteri (offensivi o difensivi) utili alla società, relegando i meno fortunati a lavorare nelle miniere lunari, il gradino più basso della società di Attilan. Al vertice di tutto (e protagonisti della serie), il re Black Bolt, dotato di una voce talmente potente da annientare intere città, e la sua regina Medusa, capace di controllare la propria folta e lunga chioma rossa per avvolgere e stritolare i propri avversari. A completare la famiglia reale: Gorgon, dall’incredibile forza e dotato dei caratteristici zoccoli da toro, Karnak, i cui poteri gli consentono di localizzare e colpire con precisione i difetti insiti in qualunque oggetto, persona o piano, Crystal, in grado di controllare fuoco, acqua, terra, aria, e Lockjaw, un enorme bulldog capace di teletrasportare a distanze interplaneterie chiunque lo tocchi.

Ultimo, ma non meno importante, Maximus (Iwan Rheon, l’odiato Ramsay Bolton di Game of Thrones), fratello di Black Bolt e uno dei pochi Inumani che, in seguito all’esposizione ai fumi Terrigeni, si è trasformato in un normale umano. Come è ovvio, sarà proprio Maximus a dare il La agli avvenimenti della serie, improvvisando un colpo di stato che prevede la deposizione dei summenzionati protagonisti e l’instaurazione di un governo meritocratico — tema relativamente attuale in Italia e altrove — senza caste e posizioni prestabilite.

Purtroppo, come già accaduto per Agents, anche Inhumans risente di una forte plasticità di situazioni e interazioni. Il contrasto è lampante, se da una parte fotografia ed effetti speciali tendono all’epico e solenne, dall’altra attori poco convinti e dialoghi spesso forzati scadono sull’orlo dell’imbarazzante. Chiariamo, gli spunti sono interessanti, vedasi la linea narrativa principale di una società necessariamente meritocratica dove è la definizione del merito (il proprio superpotere, empatia, inventiva?) a cambiarne gli equilibri. Peccato che questo ed altri temi di più ampio respiro vengano subito adombrati dal racconto delle disavventure di Black Bolt & co. che, scappati sulla Terra per evitare il golpe di Maximus, devono arrabattarsi di episodio in episodio per trovare un modo per tornare sulla Luna e destituire il rivoltoso parente.