Se da una parte Disney/ABC “ci provano” con Inhumans, dall’altra arriva da Fox “The Gifted”, una serie TV che attinge a piene mani dall’infinita libreria di personaggi degli X-Men per raccontare il dramma di una famiglia alle prese con la paura (e la reazione) della società nei confronti del diverso.
The Gifted
I nomi — altisonanti per un fan, il vuoto pneumatico per il resto del mondo — non mancano a The Gifted. Se Polaris, Thunderbird, Blink (gli ultimi due già visti in Giorni di un Futuro Passato) vi suonano come nomi congeniali, probabilmente avete già un piede sul carrozzone montato da Fox. Tra i protagonisti della serie ci sono proprio alcuni dei personaggi “minori” (ma storici) delle principali testate degli X-uomini dagli anni ‘70 fino ad oggi, che non mancheranno di attrarre gli X-fan di mezzo mondo. E per gli altri?
Imparata la lezione da Netflix e Legion, Fox ha capito che oltre ai poteri e la fantascienza, questi super-eroi con super-problemi danno la possibilità di esplorare e portare all’estremo situazioni del vissuto quotidiano. Ed è questo quello che “ci deve essere” tanto per i fan quanto per un più ampio audience. Quel che succede nel pilot di The Gifted è proprio il cambio di prospettiva che permette di dare una lettura diversa, se non opposta, allo stesso evento. E nell’America Trumpiana di esplosioni di supremazia bianca e razzismo (mica tanto) latente, serie TV che raccontano — anche se con l’iperbole del caso — i due lati della stessa medaglia, sono sicuramente le benvenute.
Al centro delle vicende, la famiglia-modello degli Strucker, il cui capofamiglia, Reed è un rispettato ufficiale delle Sentinelle, il corpo speciale americano dedicato al monitoraggio e la gestione dei mutanti. Il compito delle Sentinelle è chiaro, individuare persone dotate del gene X, incarcerarle preventivamente ed evitare possibili danni causati dai loro poteri incontrollati alla popolazione umana. Come ci si può aspettare, la tranquillità degli Strucker viene sconvolta quando la madre Caitlin scopre che entrambi i suoi figli, Andy e Lauren, possiedono devastanti poteri mutanti. Dalla scoperta della “diversità” al diventare il nemico pubblico numero uno il passo è brevissimo e alla famiglia non rimane che darsi alla fuga. Ad aiutarli, gli ex-nemici di Reed, un gruppo di mutanti ribelli con a capo il fotocineta Eclipse e che conta tra i suoi membri i già citati X-uomini.
Per chi se lo stia chiedendo, l’universo di The Gifted è probabilmente quello già visto delle pellicole degli X-Men, con una differenza. A spizzichi e bocconi si viene a sapere che Professor X, Magneto, e i loro rispettivi gruppi sono o spariti o hanno addirittura subito un destino peggiore, aumentando il senso di pericolo percepito da quei mutanti che, ancora a piede libero, cercano di lasciare gli USA per evitare incarcerazioni, torture e massacri.
Sfondo a parte, e come nel già citato Legion, The Gifted pone il proprio punto focale sull’esplorare la psiche dei giovani mutanti, effetti delle discriminazioni e senso di appartenenza in primis.
A corroborare la trama, le sequenze d’azione e gli effetti speciali che, anche grazie a scelte registiche intelligenti, fanno rientrare il budget a livello di una serie TV ma non sfigurano rispetto a quanto visto al cinema.
Forse non un capolavoro come Legion, ma con The Gifted la Fox ha mostrato di aver “fatto i compiti”, sfornando una serie che con umiltà, ingegno e buone idee ha tutte le carte in regola per conquistare anche chi, degli X-Men, non è mai stato un fan accanito.