Il futuro delle telecomunicazioni e della trasmissione dei dati ad altissima capacità, densità e velocità passa dal grafene e dal contributo dell’Italia.
Descritto sulla rivista Nature Photonics, il dispositivo è nato in Italia, dall’istituto di Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna e dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit).
Coordinata da Marco Romagnoli del TeCIP e condotta nell’ambito del Progetto europeo Grafene, la ricerca dimostra la fattibilità di un dispositivo molto compatto capace di convertire i segnali da elettronici a ottici. Si tratta di un modulatore ottico di fase costruito con silicio e grafene delle dimensioni di circa mezzo millimetro (ma che può essere ridotto fino a un decimo di millimetro) ma che soprattutto è in grado di trasmettere segnali complessi.
Il nuovo dispositivo ha dimensioni di circa mezzo millimetro, è potenzialmente compattabile fino a un decimo di millimetro ed è basato su micro-fotonica in silicio (la cosiddetta “Silicon Photonics”) e un singolo strato di grafene, strato monoatomico di carbonio con spessore inferiore al miliardesimo di metro.
Questa ricerca è stata resa possibile grazie all’impegno della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che supportata da Regione Toscana e da numerose collaborazioni industriali, ha investito negli ultimi anni nelle tecnologie per l’integrazione fotonica costituendo un ecosistema di grande rilevanza sul territorio nazionale ed internazionale nel campo dei componenti ottici attraverso il centro Inphotec.