Dean Corso (Johnny Depp), un ricercatore di libri antichi, viene incaricato da un collezionista privato di trovare e confrontare con la sua le altre due copie esistenti del libro Le nove porte del Regno delle Tenebre del 17° secolo per stabilirne l’autenticità. Incomincerà così un pericoloso viaggio nell’antica Europa alla ricerca delle verità a cui purtroppo non è interessato solo il nostro protagonista.
Ma cosa c’è di veritiero intorno a questo libro conteso? Esaminiamo la questione più da vicino. Secondo quanto affermato nello stesso film, La Nona Porta viene scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia, uno scrittore veneziano, processato e giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione. Il libro permetterebbe di evocare Satana in persona, dal momento che le incisioni in esso presenti sarebbero un riadattamento operato da Torchia a partire da quelle contenute nell’Horrido Delomelanichon, un libro leggendario mai trovato e ritenuto opera di Lucifero stesso.
Ma si tratta di una leggenda? Purtroppo le informazioni sono scarse e perciò non si riesce a dare una risposta..si sa solo che quanto raccontato dal film è tratto dal romanzo Il club Dumas dello spagnolo Arturo Pérez-Reverte.
Ma altri libri, secondo varie leggende, permettono di mettersi in contatto con il maligno o concedono strani poteri.
Tra questi il più famoso è sicuramente il Necronomicon(il cui titolo originale in arabo è Al Azif), il libro dei morti, un testo di magia nera redatto da uno stregone arabo di nome Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell’VIII secolo d.C. e morto a Damasco in circostante misteriose (si dice fatto a pezzi in pieno giorno da un essere invisibile).
Il libro conterrebbe un racconto mitologico sui Grandi Antichi, la loro storia e i metodi per invocarli. Del libro fu fatta una traduzione in greco ad opera di Teodoro Fileta (responsabile anche del nome greco Necronomicon), forse un monaco ortodosso di Costantinopoli, nel 950 e una in latino ad opera del danese Olaus Wormius nel 1228, il quale annota nella prefazione come l’originale arabo fosse già considerato perduto ai suoi tempi.
La versione latina fu stampata due volte: una prima volta in caratteri gotici, presumibilmente in Germania, nel XV secolo; una seconda volta nel XVII secolo, probabilmente in Spagna. Il mago elisabettiano John Dee e il suo assistente Edward Kelley entrarono in possesso di una copia del Necronomicon a Praga, durante una visita all’imperatore “occultista” Rodolfo II e si ritiene che ne abbiano fatto una traduzione in inglese, della quale rimangono solo alcuni frammenti. Sembra che già dal medioevo il libro fosse stato messo all’indice dalla Chiesa cristiana e poi, via via, da tutte le religioni organizzate del mondo.
Tutto questo viene raccontato dallo scrittore H. P. Lovecraft che in seguito denuncerà come propria quest’opera. Insomma ci troviamo di fonte ad un altro falso.
Secondo alcuni H. P. Lovecraft avrebbe tratto l’ispirazione del Necronomicon da un altro famoso libro esoterico: La Clavicula Salomonis, ossia La Chiave di Salomone. Le origini della Clavicula sono di certo molto antiche. Molte delle cerimonie e dei rituali descritti sono molto simili a quelli utilizzati dai caldei, dai babilonesi e dagli ebrei. Tuttavia l’attribuzione del testo al re Salomone è da considerarsi leggendaria. La prima citazione storica certa della Clavicula risale allo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel primo secolo d.C. Successivamente fu citato dallo storico bizantino Michele Psello, e poi ancora ne Le Grand Albert, attribuito ad Alberto Magno, in cui sono riportate delle formule attribuite ad un certo Aronne Isacco,mago di corte dell’imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno, che le aveva tratte a sua volta da un testo antichissimo, che con tutta probabilità era proprio il testo che oggi va sotto il nome di Clavicula Salomonis. Per il suo carattere evocatorio e diabolico, la Clavicula venne proibita nel 1559 dall’Inquisizione come opera pericolosa.
Ma tra realtà e leggenda il mistero intorno a queste opere e ai loro autori continua.
Il Gorgonauta.