Trama. Il re ranocchio di molto molto lontano è sulla via del tramonto e Shrek, avendo sposato Fiona (suo figlia), è destinato alla successione e a governare il regno. Ma l’orco non ha la minima intenzione di adempiere a questo compito e per tornare all’amata palude si mette alla caccia del possibile erede del re, _Arthur _cugino di Fiona. Per Shrek e i compagni comincia così una nuova avventura.
Recensione. Dopo 3 anni di assenza l’orco più buono del cinema torna a far parlare di se. Questa volta, dopo aver trovato il vero amore nel primo capitolo e incontrato i genitori nel secondo, deve evitare di salire al trono. Ma Shrek è un orco e questo nuova funzione proprio non gli piace. Per fortuna c’è il cugino Arthur, disperso però in una scuola lontana. Nello stesso tempo i cattivi delle favole non stanno con le mani in mano. Per Shrek insomma i guai non finiscono mai.
Il film da parte sua si base sugli elementi che fin dall’inizio gli hanno portato successo : la parodia del mondo delle favole, tanto divertimento e spettacolo, personaggi ben riusciti, il gioco degli opposti e dell’assurdo (ad es il lupo cattivo sorseggia tè con i porcellini, il principe azzurro è il cattivo, un drago sta con un asino e altro ancora). A questo punto però mi sembra che Shrek sia diventato un prodotto autonomo, che possa stare in piedi anche senza sbeffeggiare le fiabe. In questa pellicola questo è più vero che mai. Infatti le prese in giro sono ridotte, prevalgono magari richiami o addirittura omaggi, il più evidente sicuramente a quello della saga di re Artù.
Shrek insomma è diventato esso stesso una fiaba anche se continua a deridere le altre (cosa che gli riesce benissimo e molto divertente). Azione e divertimento, come sempre. Da una parte il viaggio per trovare Arthur, dall’altra il regno di molto molto lontano, questi sono i 2 luoghi del racconto. Non manca infine la morale o l’insegnamento che tradotto suona come la necessità di credere in se stessi.
Per quanto riguarda i personaggi essi sono talmente spassosi che meritano un intero paragrafo. Innanzitutto occorre dire che se ne aggiungono dei nuovi. Tra di essi lo stesso Arthur, le principesse delle varie fiabe, il mago merlino, ecc. Le seconde sono quelle che regalano più sorrisi anche se lo smemorato Merlino non è da meno. Ma sono i vecchi personaggi che qui raggiungono la piena maturità dato che oltre ad essere le solite spalle e consiglieri, diventano del tutto autonomi. Tra tutti rimane il migliore il gatto con gli Stivali, con il suo triste, triste sguardo. Semplicemente fantastico. Una menzione la meritano anche i cattivi della favole, che qui si ribellano al loro destino di malvagità e sfortuna. Per una volta stare dalla loro parte è un pò meno difficile. E il principe azzurro? Azzurro, appunto, continua ad inseguire il suo sogno invano. Non dimentichiamo il lavoro eccellente dei doppiatori stranieri tra i quali ricordiamo Cameron Diaz, Eddie Murphy o Antonio Banderas e di quelli italiani.
Per concludere un film piacevole, necessariamente mieloso e buono, realizzato con grande maestria (applauso alla DreamWorks Animation). Dato il finale e quella carrozzina misteriosa che appare nel trailer, mettere la parola fine a Shrek è molto, molto dura. Si parla infatti già di un Shrek 4 nel 2010 ma tutto dipende dal successo ai botteghini, che comunque Shrek terzo ha raggiunto. Ne riparleremo.
Il Gorgonauta.