Aumenti e caro-vita.
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Aumenti e caro-vita.

Non passa giorno che aumenti qualcosa. Ieri era il latte ora è l’abbonamento del treno. Ma come siamo messi?. La lista degli aumenti è molto lunga e mi limiterò solo ad alcuni che però ritengo rappresentativi e in grado di interessare ampie fette della nostra società. Il problema è forte perché le famiglie italiane sono costrette ogni giorno a fare i conti con il caro-vita.

Ecco gli esempi :

  1. Libri scolastici. La spesa per la scuola (parliamo dell’acquisto di libri di testo nuovi) è generalmente aumentata e ovunque è stato superato il limite massimo di spesa previsto dal ministero dell’Istruzione tanto da attirare l’attenzione dell’Antitrust che ha avviato un istruttoria. La causa? Si dice la richiesta di adottare troppe nuove edizioni.

  2. Elettricità e gas. Si prevedono aumenti rispettivamente del 2,4% e del 2,8% a partire dal primo di ottobre, dopo 12 mesi di stabilità. La causa? L’aumento del prezzo del petrolio arrivato a 90 dollari al barile. La spesa media aumenterà così di 26 euro l’anno. (Fonte).

  3. Biglietti del treno. Dal primo di ottobre i prezzi saliranno ulteriormente del 10% dopo l’aumento tra il 3 e il 15% previsto dal 1° di gennaio 2007 per i treni di fascia alta (Eurostar e intercity). Per i regionali previsto un 3,5% in più. E i pendolari? Facciamo un esempio. L’abbonamento mensile Imola-Bologna 2° classe è salito dai 45,80 a 47 euro. Insomma anche per questa categoria di viaggiatori, che già viaggia in pessime condizioni, non sono previsti sconti.

  4. Generi alimentari e acqua. Sono aumentati i prezzi e dall’altra parte diminuiti i consumi. C’è forse da meravigliarsi? Ora purtroppo le famiglie devono pure risparmiare sul cibo, roba da terzo mondo.

Per saperne di più ecco un bel comunicato stampa del Codacons. Preparatevi a sborsare più di 1000 euro all’anno e aggiungiamo, come ciliegina sulla torta, il fatto che gli stipendi italiani siano trai i più bassi d’Europa, come ha sottolineato in questi giorni il governatore della banca d’Italia. Altro problema il forte prelievo fiscale che riduce i consumi delle famiglie.

Ma cosa può fare il singolo? Innanzitutto capiamoci bene: l’intervento diretto dello Stato è impossibile. Esso non può, a pena di alterare la concorrenza, imporre dei prezzi. Può intervenire su altri fattori, come diminuire l’aggravio fiscale sul prodotto, ma non dire a quanto vendere il latte o i chicchi di caffè. Ecco allora che l’attenzione si concentra sull’imprenditore o sul commerciante, libero, dato che si trova in un mercato di libera concorrenza, di stabilire il prezzo. Il problema si pone però quando tutti coloro che vendono lo stesso prodotto alzano il prezzo. C’è forse il lieve (ma figuriamoci lievissimo) sospetto che ci si trovi di fonte ad un intesa di tale tipo vietata perché in grado di alterare la concorrenza?. In una ipotetica situazione del genere l’organo predisposto ad intervenire è l’Antitrust, propriamente le norme giuridiche che regolano la concorrenza, che però si manifesta in Italia tramite L’autorità garante della concorrenza e del mercato (detta anche Authority). L’Autorità garante ha il compito di vigilare sulla tutela della concorrenza del mercato e può procedere con istruttorie o indagini in grado di concludersi con un’ammenda o una sanzione amministrativa. Inoltre può segnalare allo Stato eventuali abusi affinché questo provveda con le iniziative necessarie. Non dimentichiamo infine associazioni come il Codacons o Altroconsumo.

Insomma la tutela esisterebbe, ma qual’è il problema? In primo luogo le norme sulla concorrenza in Italia sono di origine recente e magari sono poco precise, dall’altra il ruolo del garante è forse meno incisivo rispetto a quanto avviene nei paesi anglosassoni (dove le sanzioni amministrative sono pesanti). Proprio su questo punto occorrerebbe maggiore fermezza, con più poteri concessi a questo organo. Oppure l’allarme è ingiustificato, ma siamo sicuri?. Normalissimo allora che una pera venga acquistata dal contadino per 0,30 centesimi e poi rivenduta ad un prezzo doppio o triplo (prezzi immaginari). Costi intermedi? Certo ma perché non ammettiamo un pò di speculazione?. Cito la scusa preferita : tutto si alza e ci si deve adattare. Ma perché tutto si alza oltre il dovuto?. Per speculare allegramente ovvio. Io credo che gli aumenti siano leciti e giusti ma solo nei limiti del necessario. Il resto è puro arrivismo. Ma è ovvio che quando si pensa solo al guadagno, all’affare, la povera gente scompare dai propri occhi.

Il singolo, tornando alla domanda iniziale, può quindi rivolgersi a queste associazioni e autorità, agli organi comunitari e nei casi estremi scendere in piazza (ad es se si tratta di aziende a forte partecipazione statale). L’arma migliore rimane comunque il boicottaggio dei prodotti cari (con bella pernacchia a chi vuole guadagnarci sopra) e una spesa intelligente, sempre possibile, direttamente alla fonte. E chiunque così non potrà governare le nostre vite con lo scontrino.

Il Gorgonauta.

Articolo realizzato grazie all’aiuto di Radio Rebelde (economista).

Un’ultima cosa. Questo è il metodo migliore per rendere i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi dato che chi ha può e chi non ha non può. Un futuro roseo e felice ci attende nelle favole, nella realtà il contrario.