1408, la stanza del male.
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1408, la stanza del male.

Trama. Mike Enslin è uno scrittore che nei suoi libri si occupa di alberghi, fari e cimiteri infestati da creature e fantasmi sanguinari. Il suo scopo però non è tanto ottenere un incontro ravvicinato con questi ma piuttosto smascherare la leggenda, il mito che le tante storie paurose sui fantasmi tramandano. Per dirla breve Mike neanche crede alla loro esistenza. Ogni volta tutto procede come previsto ma un giorno gli viene suggerita la stanza 1408 del Dolphin Hotel a New York, luogo infestato dagli spettri in quanto ha visto avvenire molti suicidi e omicidi. Mike pensa che anche questa volta si tratterà solamente di un storia inventata ma una volta entrato nella stanza, cominceranno le stranezze..

Recensione. MIke scrive per vivere e le sue storie parlano di fantasmi. Tuttavia l’argomento non lo tocca in quanto fantasmi e spettri non sono altro che sciocchezze. E’ l ‘uomo moderno di oggi che pone fiducia solo nella ragione e nella logica. Un bel giorno però nella sua vita piomba la stanza 1408 del Dolphin Hotel. Niente di nuovo si potrebbe pensare ma non sarà così. Nonostante le insistenze del direttore dell’albergo Mike entra nella stanza maledetta. Quel che gli succede non posso rivelarlo ma certo non è piacevole.

In realtà non ci troviamo di fronte al classico horror tutto sangue e spavento ma ad una pellicola che gioca più sulla psicologia, sull’immaginazione, sui conflitti e sulle paure interiori di Enslin, che prendono il sopravvento una volta che il nostro protagonista è entrato nella stanza. Infatti spesso viene da chiedersi se è la stanza o la mente di Mike a creare il tutto. Il film prosegue con buon ritmo anche se la narrazione è piuttosto lineare senza molti colpi di scena. La stanza non fa poi così paura e alla fine Mike deve vedersela più con se stesso (e con i suoi difetti) più che con altro. Ovviamente la pellicola è presa dal romanzo di Stephen King Tutto è fatidico, impresa più volta tentata. Qui il regista (lo stesso del bel film Derailed - Attrazione fatale) ha il merito di rendere l’atmosfera del romanzo e di non snaturare l’opera cartacea con il suo corrispettivo cinematografico.

Protagonista indiscusso John Cusack (Mike), che ci regala una buona interpretazione, comunque sentita. In ombra invece il grande Samuel L.Jackson, rilegato nel ruolo del semplice direttore del Dolphin. Le sue apparizioni sono sporadiche e poco incisive.

In definitiva buon film, che però delude un pò le aspettative.

Il Gorgonauta.