Ogni tanto capita di parlare di una buona notizia, una di quelle che ti rende felice e ti fa sperare nel futuro. Oggi si può e l’occasione è da cogliere al volo. Martedì 18 dicembre l’assemblea generale delle Nazioni Uniti ha approvato una moratoria internazionale sulla pena di morte con 104 voti favorevoli, 54 contrari e 29 astenuti.
Ma partiamo da quando tutto è cominciato. Ecco a grandi linee un breve tragitto del cammino percorso.
Tentativi vengono fatti dal lontano 1994. In quell’anno l’Italia presenta una bozza di risoluzione che però viene respinta. Dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani approva ogni anno una risoluzione che chiede “una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte” (da wikipedia). Nel 1999 è la volta del tentativo dell’UE che però all’ultimo momento ritira la proposta. Nel 2003 un altro tentativo fallisce. Nel 2006 l’Italia rilancia l’argomento e l’UE si fa promotrice di una dichiarazione di associazione contro la pena di morte con la quale si chiede all’assemblea generale dell’ONU di toccare in futuro l’argomento. Nel gennaio del 2007 il governo italiano si impegna a dare inizio alle procedure formali per giungere ad una risoluzione alla prossima assemblea generale dell’ONU e riceve l’appoggio dell’Unione Europea. Nel maggio dello stesso anno l’Italia inoltre ottiene il via libera per redarre il testo, trovare alleati sul piano internazionale e rivolgersi alle Nazioni Unite per riaprire l’argomento. A settembre il testo giunge al palazzo di vetro a New York, a novembre viene approvato dalla Terza Commissione ONU e a dicembre finalmente diviene oggetto di una risoluzione dell’assemblea generale.
Dopo anni l’obiettivo è raggiunto e per l ‘Italia ma non solo (in quanto è stato necessario lo sforzo congiunto di più paesi e di organizzazioni internazionali) è stato un grande successo politico e morale sul piano internazionale. Tuttavia (e questa è l’altra faccia della medaglia) questa risoluzione non è di per se vincolante ma ha il valore della mera raccomandazione o esortazione e la moratoria chiede ma non impone la sospensione delle esecuzioni in quanto, in pratica, invita tutti paesi a seguire il testo adottato dall’assemblea generale. Insomma il cammino per la completa abolizione è ancora lungo tuttavia si tratta di una decisione storica, dall’alto valore simbolico e che fa sperare, a livello internazionale, in una nuova tendenza contraria alla pena di morte.
Oggi la pena capitale è praticata ancora in molti paesi. La Cina detiene il record di esecuzioni (che non viene reso pubblico in quanto segreto di stato) mentre Usa e Giappone sono tra i paesi industrializzati quelli che ancora la mantengono. Negli Stati Uniti sono 17 i paesi in cui di fatto si eseguono condanne mentre anche nel paese asiatico si uccide ma si cerca di coprire la vicenda con il silenzio. Per fare un ultimo esempio mi basta parlare dell’Iran dove impiccagioni pubbliche avvengono nelle piazze di tutto il paese. Sull’opportunità o meno della pena di morte il dibattito è aperto ed è molto ampio (ecco ad es un articolo nel nostro blog). Tuttavia non è scopo dell’articolo parlare dei possibili pro o contro alla pena di morte ma solo dire quanto successo. Per evitare moralismi o al contrario dure prese di posizione invito ciascuno a farsi sulla vicenda una propria opinione, libera ed incondizionata.
Il Gorgonauta.