Italia.it, storia di uno spreco.
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Italia.it, storia di uno spreco.

Di cosa stiamo parlando? Un breve racconto degli eventi tratto da scandalo italiano permetterà di rispondere a questa breve domanda.

Il 16 marzo 2004 l’allora governo, presieduto da Silvio Berlusconi, nell’ambito del “Fondo di finanziamento per i progetti strategici nel settore informatico” vara il progetto “Scegli Italia”. Il progetto si propone di rilanciare il settore turistico italiano nel mondo e quale elemento centrale dell’azione prevede la realizzazione di un portale su Internet: __ www.italia.it.

La gestione operativa del progetto viene delegata ad una società pubblica in house alla Presidenza del Consiglio, Innovazione Italia (gruppo Sviluppo Italia) che bandisce una gara europea con procedura ristretta.Il 4 luglio 2005 la gara viene aggiudicata al consorzio temporaneo d’impresa IBM, ITS e Tiscover per 7.850.000 euro + IVA (circa 18 miliardi di vecchie lire)…Di lì a tre mesi il portale dovrebbe essere on-line.

L’11 aprile 2006 cambia il governo ma il portale non è ancora on-line..Vengono apportate modifiche alla governance del progetto Italia.it e dato esplicito mandato affinché in occasione della BIT del 22 febbraio 2007 il portale sia presentabile, insieme al nuovo logo iT. Il 22 febbraio il portale viene messo online e scatena un’ondata di critiche e proteste clamorosa da parte di tutto il mondo web..

Il 18 gennaio 2008 secondo quanto riporta Punto informatico il tragico epilogo : il sito chiude, dopo neanche un anno dalla sua apertura.

E dire che all’inizio l’idea non era malvagia. Un sito dedicato interamente all’Italia e alle sue bellezze, un sito per promuovere e aumentare il turismo nel bel paese. Eppure il tutto si è risolto in un nulla di fatto e desta grande rabbia la cifra versata per tale progetto, ben 35,9 milioni di euro, una cifra colossale e sproporzionata rispetto all’obbiettivo stabilito (un sito internet). Viene da piangere poi se si pensa alla cifra stanziata nel complesso ossia 58,1 milioni di euro (fonte scandalo italiano).

Ma perché Italia.it non ha funzionato?. Ecco alcuni dei tanti motivi :

  • un brutto logo (sopra)

  • alta vulnerabilità

  • pochi contenuti, oltretutto non aggiornati

  • navigazione difficoltosa

A questo punto viene da chiedersi come siano stati spesi questi soldi, visto che data la loro enormità qualcosa di più era lecito aspettarsi. E le responsabilità? Come al solito addossate all’uno o all’altro, ora al governo vecchio, ora a quello appena caduto, poi alle regioni ecc, nel più classico dei giochi denominato SCARICA BARILE. Purtroppo qui non ci troviamo di fronte ad un giochino per bambini ma di fronte ad un incredibile spreco. Prima una bella idea messa malamente in pratica, poi un’affrettata apertura per salvare la faccia, infine la scomparsa dopo una lenta agonia. 2 cose si potevano fare : chiudere il progetto e abbandonarlo (i soldi? addio ma almeno non se ne sprecavano altri) oppure insistere su questo e curare una volta per tutte i problemi che affliggevano il sito (ma qualcuno forse ne aveva voglia?). Invece è stata scelta un’altra via, ossia farne uno nuovo. Che dire..Un applauso a tanta intelligenza (intanto altri 30 milioni di euro saranno stanziati, 21 già dati precedentemente alle regioni, 9 per riavviare il sito), un tripudio di complimenti e pacche sulla spalla (ho dimenticato..c’è poi chi parla di riaprire il sito, dato che ANDAVA BENISSIMO..confusione totale).

Altri soldi nella spazzatura? Forse/si/no..a ognuno la scelta. Certo è che una lezione dovrebbe essere imparata (e chissà mai se sarà così) : non affidare certi compiti a chi non li sa mettere in pratica.