Nel pacchetto sicurezza emanato dal consiglio dei ministri il 21 maggio è contenuto un disegno di legge che prevede il reato di clandestinità con pena della reclusione fino 4 anni e arresto obbligatorio in caso di flagranza. In seguito, anche forse alle critiche piovute da Vaticano, Anm (rischia di provocare e disfunzioni all’interno dei tribunali e nelle carceri) e Onu, ora il premier Berlusconi ha virato verso una linea più moderata che prevede come pena il foglio di via immediata (non più il carcere) e quindi l’espulsione, oppure, proposta alternativa, di considerare la clandestinità come un’aggravante in caso di reato commesso da straniero irregolare. La discussione è cmq aperta all’interno della maggioranza, dove si registrano posizioni differenti, anche dovute al fatto che la Lega non sembra intenzionata a fare passi indietro.
Si discute anche riguardo al fenomeno della prostituzione, data la proposta di considerare le prostitute soggetti moralmente e socialmente pericolosi e quindi possibili destinatari di misure di sicurezza/prevenzione come il foglio di via obbligatorio o l’impossibilità di tornare sul luogo del reato per 3 anni. Altre soluzioni come, la riapertura delle case chiuse o l’introduzione di quartieri a luci rosse nelle città, sono poi entrate a far parte del dibattito. Si chiede comunque di punire non sono le lucciole ma anche i loro padroni, per poter contrastare in modo attivo e non colpendo solo le parti più deboli, l’attività in strada. Per molti comunque la soluzione proposta dal governo non è risolutiva in quanto occorrerebbe in materia una riforma organica.
Il Gorgonauta.