Berlusconi nei giorni scorsi ha stretto con il leader libico M. Gheddafi (sotto, foto d’archivio) un accordo di “amicizia”, partenariato e collaborazione a titolo di risarcimento per i danni e lutti arrecati al paese africano nel periodo in cui esso è stato una colonia italiana (1911-1943). Previsto il versamento a Tripoli di 5 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni, soldi destinati alla costruzione di infrastrutture (tra cui un’autostrada costiera, pretesa già nel 2004) e immobili. Nell’accordo anche la consegna della Venere di Cirene, scoperta nel 1913 da archeologi italiani e risalente alla seconda meta del II secolo d.C. In cambio l’Italia otterrà un trattamento di favore su gas e petrolio e collaborazione nello lotta all’immigrazione clandestina.
Rimangono tuttavia molti dubbi, ad es come verrà reperito questo denaro oppure se il leader libico (e l’Italia) manterrà realmente gli impegni presi, sopratutto sul versante dell’immigrazione, data l’abitudine di Gheddafi di aumentare a suo favore sempre la posta in gioco, tenendo conto anche della situazione di debolezza in cui versa il bel paese, che i clandestini non sa fermare.
Che dire infatti del silenzio sull’indennizzo ai nostri connazionali per i beni a loro confiscati nel 1970 e sui crediti che alcune imprese vantano ancora nei confronti della Libia oppure sulla novità posta in essere dal fatto che un paese risarcisce una sua ex-colonia (e Francia e Gran Bretagna che dovrebbero fare allora?). Sperando tra l’altro che tutto il denaro non finisca nelle tasche di qualche furbacchione funzionario libico o impresario italiano ma venga realmente speso per la popolazione.
Per l’Italia insomma una vittoria a metà o una mezza sconfitta? (oltretutto l’operazione, se vantata come un totale successo, appare, nient’altro, che una presa per il c…)
Il Gorgonauta.
Ps. Oggi Ghedddafi annuncia inoltre che il governo italiano, all’interno dell’accordo, si è impegnato a non concedere le basi militari presenti sul suo territorio agli Stati Uniti e alla Nato nel caso di un ipotetico attacco alla Libia. Il nostro ministero degli esteri dal canto suo si è affrettato a precisare che non verrano meno gli impegni internazionali già presi dall’Italia e che le parti si sono impegante solamente a non effettuare azioni di aggressione l’una dei confronti dell’altra.