Il 10 di settembre il Cern (il Comitato Europeo per la ricerca nucleare), con sede a Ginevra, avvierà un esperimento che secondo alcuni scienziati potrebbe dar vita sulla terra ad un piccolo buco nero, in grado tuttavia di allargarsi e distruggere il nostro pianeta in pochi anni, se non mesi o giorni.
Si tratta dell’LHC, acronimo di Large Hadron Collide (a lato) un acceleratore di particelle lungo 27 km, sepolto nel sottosuolo al confine tra Francia e Svizzera.
Ma per la maggior parte degli addetti al settore e per molti altri loro colleghi il rischio non c’è e il progetto, costato 4 miliardi di dollari, deve andare avanti. Lo scopo è replicare le condizioni dell’universo subito dopo il Big Bang nonché molto altro, come scoprire nuove particelle e trovare la risposta a tante domande che ancora rimangono insolute nel mondo della fisica.
Catastrofismo, timore che l’uomo varchi certi limiti (psicosi dello scienziato pazzo) o reale avvertimento? Chi vivrà, vedrà ma certo l’ignoto solleva nell’uomo dubbi e paure. Resta da capire se queste non saranno in grado di frenarlo nel suo naturale progredire evolutivo o gli salveranno la vita.
Il Gorgonauta.