Trama. Ben e Jane, 2 sposini appena convolati a nozze, volano in Giappone dove il primo ha appena ricevuto un offerta di lavoro. Ma qui una sera, lungo un strada giapponese deserta, investono una ragazza. Il suo corpo tuttavia si rivela introvabile. Jane, convinta di quello che hai visto, non intende credere ad un’allucinazione mentre Ben, pragmatico, fa fatica a darle ragione. Nei giorni successivi però anche nelle fotografie appaiono strani riflessi e ombre e i 2 hanno strane visioni. Un caso o qualcosa o più?
Recensione. L’Horror di stampo asiatico è ormai un genere dotato di vita propria, tanto da meritarsi sempre più frequentemente rivisitazioni e riproduzioni cinematografiche anche all’altro lato dell’oceano. Questa volta l’originale è Shutter, film thailandese del 2004. Elementi comuni di questa produzione è la presenza di spiriti, fantasmi, inquietanti figure umane demoniache o deformi che improvvisamente prendono vita e giungono o ritornano nel mondo dei vivi terrorizzando lo sventurato che se le trova, a suo malgrado o per sua fortuna, di fronte. Basta ricordare i celebri The Ring, The Eye o The Grudge, nati prevalentemente in Giappone per poi essere riprodotti in America o realizzati tramite collaborazioni tra i 2 paesi. Probabilmente in questa parte di mondo questa tematica ha largo successo.
Anche Ombre dal passato segue questa logica ed ecco 2 giovani innamorati e felici che si recano a Tokyo, dove li attende, ma non sarà così, un sereno e gioioso futuro. Peccato che le loro foto appaiano rovinate da riflessi inspiegabili (fotografia spiritica!?) e una strana ragazza, morta o viva che sia, li perseguiti. Nel corso della pellicola il mistero si intensificherà e i nostri due protagonisti andranno alla ricerca della verità e di cosa mai è accaduto (vi lascio un indizio) nel passato..
Un remake genera sempre un confronto con l’originale, ma non avendolo visto non posso pronunciarmi. Altri invece potranno eseguire un confronto e sancire il migliore tra i 2. Concentrandosi solamente su _Ombre dal Passato _si può dire che la pellicola regge e genera tensione e paura fino all’ultimo, grazie anche ad una narrazione lenta che svela l’arcano passo per passo. Non mancano momenti tipici del genere horror e possibili salti sulla sedia (sopratutto a notte fonda :P ).
Da segnalare infine l’atmosfera orientale e giapponese del film (per gli Americani Tokyo è probalmente sempre la stessa città caotica ed indecifrabile, vedi Lost in Translation) e i protagonisti Joshua Jackson (Ben) e Rachel Taylor (Jane), attrice australiana già vista in Transformers.
Ps. Se volete, potete cercare su internet il finale alternativo.
Il Gorgonauta.