Trama. A Firenze, mentre infuria la peste, la bella (e ricca) Pampinea Anastagi rimane sola dopo la morte dei propri genitori. La mano di Pampinea è stata promessa ad un conte russo di nome Dzerzhinsky ma essa riceve le attenzioni anche del giovane (e ribelle) Lorenzo e del ricco (ma malvagio) Gerbino de la Ratta. Per sfuggire a quest’ultimo e preservarsi per il promesso sposo scappa in un convento e poi nella casa di campagna in attesa di celebrare il matrimonio già stabilito. Ma nessuno degli aspiranti mariti ha intenzione di darsi per vinto..
Recensione. In origine ci fu il Decamerone di Boccaccio, poi tutte le variegate trasposizioni e rivisitazioni cinematografiche e televisive della celebre opera letteraria dello scrittore italiano. Nel 1999 invece nei cinema uscì il famoso American Pie, capostipite di una lunga serie di torte americane, storia di adolescenti moderni alle prese con le prime esperienze sessuali. Nel 2008 ecco infine _Decameron Pie _(titolo originale Virgin Territory), che da entrambi trae ispirazione.
Dal Decamerone il contesto medievale ma non la storia, dato che non si tratta di giovani che decidono di fuggire dalla città per la peste, ma di una ragazza che, tirandosi dietro i propri amici, fugge da un matrimonio indesiderato. Da _American Pie _la tematica del sesso, della verginità e della prima volta nonchè il modo di rappresentarla, ossia con doppi sensi, allusioni e donne svestite. L’unica differenza è che non ci troviamo nel XX secolo ma in quel periodo storico chiamato Medioevo. Al centro di questa pellicola comunque un triangolo d’amore con al vertice la bella Pampinea e alla base il povero ma bello Lorenzo e il ricco ma brutto e stronzo Gerbino.
Certe cose comunque in questo film fanno più che riflettere. Ad esempio secondo Decameron Pie nel medioevo tutti pensavano solo al sesso (oltretutto mentre infuriava la peste), ossessione in grado di contagiare persino le innocenti suore di un convento sperduto nei boschi. Un rapporto tra sacro e profano sbilanciato a favore del secondo con finti preti e suore assatanate. Mentre la tematica della sessualità è il life motive della prima parte della pellicola, il rapporto amoroso (ovviamente travagliato) tra la ricca nobildonna e il poverello assume importanza e visibilità crescente, ammiccando al puro amore. Ma forse è buttato lì solo per dare un minimo di dignità al film, che altrimenti rischia solamente di proporre magro divertimento, poche risate e petti femminili.
Viene da chiedersi anche perché un attore navigato come Tim Roth (Gerbino) si sia lasciato coinvolgere in un’impresa simile (si dirà una proposta mediocre è sempre meglio di non riceverla affatto) mentre all’opposto è più facile immaginare perché giovani attori come Mischa Barton e Hayden Christensen abbiano accettato la parte (la gavetta è conosciuta anche ad Hollywood). Completano il cast tutta una serie di belle e (prosperose) figure femminili, tra cui la nostra Elisabetta Canalis.
In definitiva la comicità demenziale è assicurata ma il prodotto finale è quello che è, nè zuppa nè pan bagnato e del Decamerone boccaccesco rimane ben poco.
Il Gorgonauta.