Qualsiasi imolese è passato almeno una volta nella sua vita per via Bel Poggio.
Qualsiasi imolese che è passato per via Bel Poggia ha notato quello strano rudere bianco e squadrato.
Qualsiasi imolese ha dimenticato la storia di quel rudere.
Grazie al lavoro dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna, del comune e dei musei civici di Imola, qualsiasi imolese ha potuto tornare indietro nel tempo, quando “quel rudere” aveva un nome: “Villa Muggia” ed era uno dei gioielli del modernismo d’inizio ‘900. Un capolavoro del moderno
Tempo addietro ho potuto visitare la villa e rendermi conto di persona delle condizioni in cui gravava , ma per pura curiosità. Non conoscevo - come qualsiasi imolese - la storia della villa e la sua importanza culturale.
Grazie ai soggetti dell’incipit ed alla mostra tenutasi ad Ottobre presso il Museo di San Domenico sono venuto a conoscenza della storia di “quel rudere”:
Nel 1934 il commendator Umberto Muggia, facoltoso commerciante bolognese, decise di trasformare l’allora fatiscente casino di caccia in una sontuosa villa circondata da un magnifico bosco secolare.
Il non facile compito di ristrutturazione ed ammodernamento venne assegnato all’allora giovane architetto milanese Piero Bottoni, famoso sopratutto per l’arredamento degli interni in case private e negozi.
Coadiuvato dalla collaborazione dell’ingegner Mario Pucci, Bottoni risolse brillantemente gli importanti problemi di carattere strutturale che il peculiare intervento di recupero comportava, costruendo quel piccolo capolavoro chiamato Villa Muggia.
Fine di un sogno
Purtroppo il gioiello architettonico creato dall’ingegno di Bottoni ebbe vita breve: come una meteora brillò di luce propria per poco tempo.
Durante il secondo conflitto mondiale la splendida villa divenne un comando dell’esercito tedesco, ma fu durante i bombardamenti che l’opera di distruzione venne ultimata: una bomba colpì il grande salone centrale, deturpando irrimediabilmente la struttura della villa.
Da allora il gioiello architettonico creato da Bottoni e Pucci divenne sempre più opaco, alla mercé di vandalismi, intemperie e dell’inesorabile scorrere del tempo.
Villa Muggia Ritrovata
Ad oggi Villa Muggia rimane meta di studenti ed esperti, vero e proprio caso di studio oltre che prova empirica di un vasto patrimonio di conoscenze architettoniche, costruttive e storiche.
Come riporta il sito www.villa-muggia.it
>
> _Villa Muggia può e deve entrare in quella rosa di "eccellenze" di cui la città di Imola va orgogliosamente fiera. L'accostamento con gli altri simboli del panorama locale che proiettano il nome della città di Imola a livello internazionale – l'Autodromo Internazionale "Enzo e Dino Ferrari", l'Accademia Pianistica Internazionale "Incontri col Maestro", il Ristorante San Domenico e, ultimo, solo temporalmente, il Montecatone Rehabilitation Institute S.p. A. - non è azzardato._
>
>
Il problema imperante però è sempre lo stesso: i fondi. Senza un adeguato finanziamento, gli onerosi lavori di restauro per riportare la villa al suo antico splendore sono una mera illusione…
Speriamo vivamente che istituzioni culturali, turistiche e amministrative possano trovare un accordo e che, un giorno, il sogno di riportare Villa Muggia al suo antico splendore diventi realtà.