Sabato mattina nel liceo scientifico Darwin di Rivoli, un comune della provincia di Torino, il soffitto di un’aula scolastica (più precisamente la controsiffittatura e il tubo in ghisa che celava) è crollato causando la morte di una ragazzo di appena 17 anni e il ferimento di numerosi altri, di cui almeno uno in gravi condizioni (rischia infatti di rimanere paralizzato).
Si indaga ora sulle cause del crollo, si afferma o dovuto al forte vento che tirava in zona (nel cortile del complesso scolastico è caduto un albero) o, più probabilmente, a un cedimento strutturale dell’edificio. La vittima si trovava durante l’intervallo nella sua aula, quella quarta G situata al primo piano dove è accaduto la tragedia, mentre nelle altre classi il soffitto ha tenuto, presentando tuttavia delle crepe. La procura indaga ora per disastro e omicidio colposo a carico di ignoti ma è evidente che dovranno essere appurate le eventuali responsabilità e colpe, sopratutto se la scuola era stata dichiarata sicura.
Mentre dominano sentimenti come dolore, sgomento e rabbia il fatto ha innescato legittime polemiche e discussioni sulla sicurezza delle scuole italiane, di cui almeno il 24% sul totale (circa 10.00) necessitano secondo Legambiente di interventi urgenti. Rimane assurdo che si debba sempre intervenire dopo una tragedia e ancora più incredibile che esse continuino a verificarsi (ricordate forse la scuola di San Giuliano?) dopo le tante parole che si spendono (a questo punto forse a vuoto) ogni volta.
La parola prevenzione rimane qualcosa di indecifrabile nel nostro paese dove spesso si interviene solo quando ci scappa la vittima o il disastro, che il più delle volte colpisce a casaccio colui che non centra nulla. E oggi parlare di tagli suscita ancora più perplessità ma anche interrogativi su come vengono spesi i soldi, e forse ci si deve interrogare se valga la pena assumere un docente in più o evitare che un edificio cada in rovina con i ragazzi dentro.
Il Gorgonauta.