Terrore nella capitale economica e finanziaria dell’India, Mumbai a causa di un attacco condotto da uomini armati in diversi luoghi della città. Alla fine rimangono a terra almeno 100 persone (ora si parla di 143 morti), tra cui un italiano, ma il bilancio sembra essere destinato a diventare più pesante a causa dei numerosi feriti, delle persone ancora disperse o irraggiungibili e della situazione ancora incerta e confusa, in continuo divenire.
Gli eventi.
Giunti dal mare a bordo di gommoni da una nave-base (che ora si cerca di rintracciare) gli uomini, molti dei quali giovanissimi, armati di granate e armi automatiche, hanno attaccato almeno 2 hotel, l’Oberoi-Trident e il Taj Mahal, la stazione centrale, il Metro cinema, il Leopold Cafè, il Kama Hospital e il centro ebraico Chabad Lubavitch. Per molte ore la situazione è rimasta confusa con spari ed esplosioni per le strade, hotel in fiamme e numerose persone barricate negli hotel o ostaggio dei commando terroristici, che appena giunti a terra si sarebbero divisi tra i vari obiettivi.
Le forze di sicurezza, speciali, di polizia indiane hanno quindi cercato di liberare gli ostaggi e rintracciare i terroristi, asserragliati negli alberghi, negli altri luoghi colpiti o sparsi per la città. Compito arduo dato che il loro esatto numero era sconosciuto. Secondo delle testimonianze gli uomini armati negli hotel avrebbero cercato in particolare americani ed inglesi (lasciando andare quanti di altra nazionalità) e avrebbero goduto di appoggio a terra con uomini infiltrati nelle varie strutture e con stanze già piene di esplosivi ed armi.
Attualmente il complesso alberghiero Oberoi-Trident sarebbe del tutto evacuato, si sentirebbero provenire dal Taj ancora degli spari mentre le operazioni presso il centro ebraico si sarebbero concluse con l’uccisione o la cattura dei terroristi presenti ma anche con il ritrovamento di 5 ostaggi senza vita. Rimane comunque alta la paura di nuovi episodi dovuti ad ulteriori attacchi o a cellule sparse per la città.
I possibili responsabili.
L’attacco viene rivendicato da una sigla sconosciuta, i Mujahiddin del Deccan, rivendicazione che secondo alcuni serve per nascondere la vera identità dei terroristi. E’ comunque indubbio che si è trattato di una operazione in grande stile, pianificata e coordinata in precedenza. Principale accusato quindi il terrorismo internazionale ma una foto solleva perplessità : in essa infatti è mostrato un terrorista con indosso un braccialetto sacro indù. Coincidenza, mezzo per confondere gli investigatori o qualcosa di più?
Rimane poi aperta la pista di gruppi terroristici islamici pakistani mentre lo stesso premier indiano ha sostenuto che dietro gli attacchi vi siano terroristi basati all’estero.
Concludendo di fronte ad una tragedia così assurda non si può che rimanere allibiti ed increduli, nonchè avere pesanti dubbi sul futuro che ci attende, sia nell’immediato che nel lungo periodo.
Il Gorgonauta.