La crisi dell'editoria americana.
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La crisi dell'editoria americana.

In America non solo il mercato dell’auto è in crisi, anche l’editoria sta vivendo la sua personale discesa negli inferi. Importanti e noti quotidiani nazionali o gruppi editoriali infatti stanno attraversando un brutto momento. Per citarne solo alcuni il Gruppo Tribune (che possiede testate come il Los Angeles Times _o il _Chigago Tribune) ha chiesto di avviare la procedura di bancarotta protetta mentre il New York Times ha ipotecato il grattacielo di 52 piani (progettato da Renzo Piano) in cui ha la propria sede, per ottenere immediatamente milioni di dollari di liquidità.

Mentre si teme un effetto domino nel settore ci si interroga sulle cause di tanto sfacelo, molteplici ma tra loro collegate. Dalla più semplice ossia quella di riuscire ad ottenere meno ricavi dalle inserzioni pubblicitarie  e dalle vendite  (e questo significa meno guadagni e più debiti) alla crisi economica, dalle difficoltà riscontrate sul mercato del credito e nell’accesso a prestiti e finanziamenti all’ormai agguerrita concorrenza fatta da internet, con la sue notizie  sfornate in tempo reale, aggiornate e sempre disponibili.

Ci si trova quindi di fronte a una trasformazione dell’informazione, almeno nel senso classico del termine, con il passaggio da quella cartacea a quella informatica/digitale. E nei prossimi anni è lecito aspettarsi che ben pochi giornali (quelli con maggiore disponibilità finanziaria) usciranno nelle loro edizioni su carta, per possedere invece propri siti online costantemente aggiornati (come già sta accadendo ora). Ma queste non significherà necessariamente la fine della corretta e libera stampa, dato che essa potrà, tramite la rete, trovare nuovi lettori (pensiamo ai giovani), utilizzare nuovi strumenti e godere di maggiore potenzialità, senza essere per principio falsa o da buttare (anzi ben più indipendente di tanto altro). Insomma il web come un’opportunità, non come una minaccia da eliminare a tutti costi.

In questa direzione d’altronde va la recente notizia che il premio Pulitzer, il più prestigioso riconoscimento del giornalismo americano, potrà andare anche ai contenuti giornalistici solo sul web dato che includerà anche i quotidiani presenti unicamente online. Dovranno tuttavia essere rispettate alcune condizioniammessi solo giornali statunitensi che pubblicano a cadenza almeno settimanale e che producono news originali, esclusi siti web di magazine, periodici, radio ed emittenti televisive e tutti gli articoli soggetti a modificazione o aggiornamento dopo la pubblicazione. In generale  un chiaro sintomo del cambiamento in atto e dell’importanza che il mondo della rete ha assunto nel settore dell’informazione e nella vita quotidiana di tutti.

Il Gorgonauta.