Freccia rossa e i pendolari.
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Freccia rossa e i pendolari.

Premetto che questo articolo è scritto da un pendolare (per buona parte dell’anno) e quindi sarà di parte, non imparziale (ma credo fino ad un certo punto). La scorsa settimana è stata inaugurata la Freccia Rossa, il nuovo super treno in grado di collegare attualmente, si afferma, Milano e Roma in 3 ore e mezza.

Non sono mancate in quell’occasione parole di giubilo e sorrisi di politici e alte personalità, accorse trepidanti ed eccitatissime per fare il viaggio inaugurale, il quale, immagino, sarà stato, chissà perché, straordinariamente in orario (tra l’altro invito codesti signori a farsi un giro nelle carrozze dei pendolari alle 7 del mattino o alle 5 del pomeriggio, altrimenti denominate “carri bestiame”). L’Italia, neanche fosse andata per prima su Marte, ha raggiunto l’olimpo riservato esclusivamente ai paesi dotati dell’alta velocità ed ora ha finalmente il suo aereo su rotaia o la sua nuova metropolitana veloce (che però collega solo qualche città, ma che volete che siano se non ridicole bazzecole).

Questo mi è capitato di leggere su internet o sentire per televisione. Si continua a parlare di alta velocità e purtroppo solo di questa, utopia di un paese dove tutto va alla perfezione e super moderno, ma dove accanto al futuro esiste ancora il passato. E forse parlare di treni super veloci, super belli ecc serve a mascherare la triste realtà dei ritardi e dell’arretratezza delle nostre linee ferroviarie e della maggior parte dei locomotori/carrozze che sopra ci circolano.

E i pendolari? L’ultima ruota del carro, in pratica di questi individui non frega niente a nessuno. Tanto per dirne una super treni o meno i binari sono quelli e questo significa che prima passano loro poi i regionali. Del tipo _i ricconi sfrecciano, i poveracci aspettano _(e arriveranno ancora più in ritardo). E’ si perché costoro la metropolitana veloce difficilmente potranno prenderla,  per il suo costo e per le fermate (ferma forse in tutti i paesini attraversati?). Insomma un treno non so quanto a misura d’operaio, studente fuori sede o casalinga, ma più che altro (così mi sembra) per i manager che non volano più con Alitalia tra Roma e Milano e viceversa.

Un nemico del progresso? Un amante del medioevo? La mia non è una contrarietà all’alta velocità, ben venga, ma personalmente ritengo che per le ferrovie vi siano ben altri problemi (vogliamo parlare di puntualità e disponibilità di posti a sedere?) che prima andrebbero risolti. Quindi non aggiungere altri disagi bensì in primo luogo risolvere quelli che già ci sono.

Se vogliamo parlare veramente di civiltà e progresso (almeno in Italia) non possiamo voltare le spalle ai ritardi o alla lotta per entrare nel treno e riuscirsi a sedere appena questo giunge in stazione. Il vero grado di progresso (e democrazia) si vede nel rispetto che si ha verso tutti, non nel ricco compiaciuto che sfreccia, per dire, a 300 km/h con il suo trenino delle meraviglie.

Il Gorgonauta.