Continua l’operazione piombo fuso nella striscia di Gaza e continuano a salire i morti del conflitto. Le truppe israeliane sono ora in territorio palestinese per dare la caccia ai miliziani di Hamas, scoprire depositi di armi e distruggere i tunnel attraverso i quali l’organizzazione fondamentalista si rifornisce di equipaggiamento e armamento militare, nonché di munizioni. Prosegue anche, seppur con minor intensità, il lancio di razzi verso le cittadine israeliane del sud.
Nonostante l’aviazione israeliana sostenga di aver colpito tutti gli obiettivi e i servizi segreti dipingono l’apparato militare di Hamas come vicino al collasso vi è la possibilità che venga dato il via alla terza fase, ossia una nuova estensione del conflitto con un aumento delle truppe impegnate direttamente. Ma contro questa scelta giocano numerosi fattori e il tempo: le elezioni, ormai prossime; l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca (sicuramente meno falco e guerrafondaio di Bush) che potrebbe far venir meno l’appoggio americano ed infine la pressione estera, con la comunità internazionale stanca e contro il conflitto. Più la guerra sarà lunga più lo Stato Ebraico si ritroverà isolato.
L’Onu con una risoluzione ha chiesto il cessato il fuoco, ha criticato Israele per l’uso eccessivo della forza e per la distruzione provocata e l’ha accusato di aver compiuto gravi violazioni dei diritti umani (peccato che per alcuni Stati questo comporti delle sanzioni e delle conseguenze, ma si vede che alcuni sono più “fortunati”).
Le critiche e le accuse sono numerose per una parte e per l’altra : lo stato ebraico viene accusato di utilizzare fosforo bianco e di attaccare e lanciare bombe anche durante la tregua giornaliera di 3 ore per far giungere nella striscia gli aiuti umanitari, Hamas di far fuoco da e di utilizzare anche edifici civili come ospedali e scuole e di usare le ambulanze per trasportare i propri miliziani (non feriti).
Dal confine con Libano intanto sono piovuti a più riprese alcuni razzi ma per fortuna senza provocare morti o feriti. E Osama Bin Laden torna a fare sentire la sua voce con un appello alla Jihad per fermare l’aggressione a Gaza. Il bilancio dei morti si avvicina alle 1000 unità in campo palestinese (e se consideriamo anche le vittime israeliane è ormai raggiunto), più precisamente 975 vittime e 4.400 feriti, ma dato che i giornalisti non possono entrare in territorio palestinese viene da chiedersi se mai si saprà come è andata veramente la situazione.
La notizia dell’ultima ora è che comunque Hamas abbia accettato la tregua : il movimento integralista avrebbe accettato la proposta egiziana per un cessate il fuoco dopo tre giorni di consultazioni al Cairo tra la stessa organizzazione e il capo dei servizi segreti egiziani. Finalmente dopo tanti giorni tristi e bui, un barlume di luce e speranza. Rimane da chiedersi a questo punto come evolverà il conflitto : Israele porrà fine agli scontri e alla guerra oppure no?
Il Gorgonauta.