Tele2 filtra il traffico P2P e non lo dice (adeguatamente) : multata.
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Tele2 filtra il traffico P2P e non lo dice (adeguatamente) : multata.

Che alcuni operatori telefonici filtrassero il traffico internet e P2P già si sapeva, ma mai fino ad oggi in Italia  uno di questi era stato condannato per non informarne in modo sufficiente la clientela. Questo è capitato a Tele2, multata di 90.000 euro dall’Antitrust italiano per quella che potrebbe definirsi pratica commerciale scorretta : la sanzione è comminata non tanto per il fatto di filtrare il traffico (che così però appare consentito) ma per non informarne in modo adeguato i propri clienti, in particolar modo attraverso il proprio sito internet.

Tele2 da parte sua invece afferma di aver preso tutte le misure necessarie e di voler, in futuro, cancellare quasi del tutto i filtri mentre l’ADUC (acronimo di Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) si lamenta per una sanzione solo simbolica e di lieve entità, sollevando poi il quesito perché mai ad essere filtrato è solo il traffico P2P mentre altri software e siti internet che occupano analogamente parecchia banda non vengono toccati. Questo non danneggia forse nello stesso modo chi usa la rete per attività più tradizionali?

Principio diverso vige in America :  qui l’Authority nazionale avrebbe vietato di bloccare il peer to peer e condannato un operatore che praticava blocchi (Comcast) sulla base di un democratico principio, ossia quello della neutralità della rete o net neutrality : a prescindere dal provider con cui ci si connette alla rete, l’accesso ai contenuti deve essere lo stesso, tutti sono collegati a tutti.

In Italia invece il traffico viene limitato e spesso senza che nessuno lo dica. Alla faccia della neutralità della rete e della libera concorrenza (limitare un particolare software o un sito web è illegale dice l‘ADUC). La multa comunque non appare che la punta dell’iceberg, rappresentato dalla disponibilità e dall’uso che si intende farsi della rete a banda larga. Tuttavia è anche da segnalare che nel nostro paese su questa delicata questione l’l’Agcom (l’Autorità garante delle comunicazioni) non si è ancora espressa.

Nel frattempo ciascuno avrà diritto di sapere, qualora firmi un contratto, questo cosa comporti.

Il Gorgonauta.