Brasile: Cesare Battisti, non terrorista ma
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Brasile: Cesare Battisti, non terrorista ma "rifugiato politico".

Parola d’ordine del capo / nano / dittatore / come volete chiamarlo  :  non si rovinino i rapporti con l’amico Brasile(ma si all’estradizione). Peccato, come italiano rispedisco al mittente  l’invito. Parlo del caso Cesare Battisti, secondo la legge italiana colpevole  di 4 omicidi tra il 1978 e il 1979, in tre dei quali riconosciuto concorrente nell’esecuzione, e condannato all’ergastolo con sentenze passato in giudicato.

Ecco le vittime, tanto per non dimenticarle : Antonio Santoro,  poliziotto;Lino Sabbadin, macellaio di Mestre; Pierluigi Torregiani, gioielliere; Andrea Campagna, agente della DIGOS. Contro la giustizia, il nostro paese, il buon senso, le vittime e i loro familiari si compie l’ennesima ingiustizia: un criminale, perché questo è stato riconosciuto, libero e impunito. Ma forse si sa per i paesi del sud America non è stata che rispettata una prassi, quella di proteggere criminali. Ieri i nazisti in fuga, oggi gli assassini italiani degli anni di piombo.

Battisti un rifugiato politico, quindi non soggetto all’estradizione. Secondo il ministro della Giustizia Brasiliano (che è andato contro la decisione del comitato nazionale per i rifugiati del Brasile che il 28 novembre aveva respinto la richiesta di asilo politico) se estradato infatti rischierebbe persecuzioni per le sue opinioni politiche. D’altronde fino a  oggi  il Brasile aveva sempre respinto le richieste di estradizione verso l’Italia di ex attivisti  italiani, perché perseguiti per delitti di natura politica. Ma in aprile uno spiraglio: il procuratore generale della Repubblica Antonio Fernando Souza aveva rifiutato di considerare i suoi crimini come “politici”. Una porta che oggi si è subito richiusa.

Un rifugiato politico secondo wiki chi è fuggito o è stato espulso a causa di discriminazioni politiche, religiose o razziali dal proprio Paese e trova ospitalità in un Paese straniero. Peccato che questa definizione non calzi molto alla situazione attuale: uccidere un macellaio o un poliziotto è un delitto politico? Una rapina è politica? Battisti è stato condannato per degli omicidi o delle opinioni? E l’Italia lo vuole per discriminarlo politicamente o per eseguire un condanna? Ma forse in Brasile hanno una giustizia tutta loro e l’imbelle ministro vive in mondo tutto suo. Perché mi dispiace, io non mi ritengo un suo amichetto.

La storia di Battisti è comunque fantastica : ogni volta che si trova in pericolo l’ex appartenente al gruppo eversivo i Proletari Armati per il Comunismo riesce a fuggire : nel 1981 dopo essere stato arrestato riesce ad evadere dal carcere (si rifugia a Parigi, poi in Messico per tornare nel 1990 dai nostri amici francesi), nel 2004 quando finalmente la Francia si decide per l’estradizione scappa in Sud America. Insomma di Santi in paradiso Battisti ne deve avere, ma forse non occorre andare così in alto : secondo lo stesso ci sarebbero i servizi segreti francesi dietro la sua fuga in Sud America (alla faccia inoltre della cooperazione tra le forze di polizia e antiterrorismo europee).

E l’Italia? Ora aspetta e spera nell’esito positivo del ricorso presentato alla Corte Suprema brasiliana. Per principio e per giustizia e nel frattempo, idealmente, nessuna stretta di mano.