La tregua tra Hamas e Israele nella striscia di Gaza, siglata lo scorso gennaio grazie alla mediazione egiziana, regge, ma a stento. Mentre continuano a segnalarsi sporadiche violenze, con nuovi lanci di razzi e di colpi di mortaio, nuove incursioni, bombardamenti e alcune vittime le trattative sembrano non giungere ad alcuna soluzione concreta.
Si parla di un possibile cessate il fuoco della durata almeno di un anno ma le parti appaiono ancora poco disponibili e pongono condizioni: Hamas chiede la completa ri-apertura dei valichi di frontiera, Israele, invece, perché quanto richiesto dalla prima si verifichi, esige la liberazione del soldato israeliano Ghilad Shalit, rapito nel 2006. L’organizzazione integralista ritiene però che tale ultima questione sia oggetto di una trattativa separata e non coincidente con quella attuale.
Così a forza di richieste nessuna delle 2 parti sembra realmente intenzionata a spiragli di pace e a raggiungere un buon compromesso (o a rinunciare a qualcosa), con lo stato ebraico pronto a rilanciare e Hamas disposta con una mano a negoziare e con l’altra a lavorare per riaprire in fretta e furia i tunnel di contrabbando lungo il confine. Entrambi insomma propensi a curare i propri interessi, senza badare alle prospettive e alle opportunità prima di una pace temporanea e poi duratura.
Si è concluso nel frattempo il viaggio dell ‘inviato Usa per il Medio Oriente George Mitchell il quale ha visitato numerosi paesi (come Israele, l’Egitto e la Giordania) e ha tenuto molteplici colloqui con diversi capi di Stato e di Governo. Si avvicinano anche le elezioni israeliane, elemento non di poco conto in grado di tener occupate le menti dei politici e della popolazione dello stato ebraico (tanto da relegare la striscia e i suoi problemi in secondo piano).
Nei prossimi giorni comunque le trattative dovrebbero portare ad una maggiore chiarezza sulle richieste e sui voleri di tutte e 2 le parti in causa ma è ovvio che qualora non vi sia un reale interesse alla pace, gli sforzi saranno vani e prima o poi si riparlerà, di nuovo, di guerra, morti e vittime innocenti.
Il Gorgonauta.