Il protocollo di Kyoto festeggia 4 anni (è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005), l’organizzazione promotrice dell’importante accordo internazionale ben 10. Si apre quindi l’opportunità di compiere un bilancio del primo trascorso, dei risultati ottenuti e mancati.
Innanzitutto le emissioni di CO2 sono passate da 20,95 miliardi di tonnellate nel 1990 (l’anno preso a riferimento dal protocollo) a 27,89 miliardi nel 2006. L’aumento è evidente ed è dovuto principalmente alle difficoltà incontrate a livello internazionale per raggiungere e poi per rispettare un tale patto. La mancata ratificata da parte degli Usa e la libertà concessa ad alcuni paesi di recente industrializzazione come Cina ed India hanno poi pesantemente condizionato la possibile riduzione dei gas serra, il tutto associato alla mancanza di una reale volontà in tal senso da parte di molti Stati che hanno firmato e ratificato Kyoto.
L ‘Italia dal canto suo ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni inquinati nel quinquennio 2008-12 del 6,5% rispetto al 1990. Ma per fare ciò dovrebbe diminuire del 5,5% (ogni anno) la CO2 emessa nell’atmosfera. Nel frattempo però (dal 1990 ad oggi) le emissioni sono in realtà cresciute del 9,9%, portando tra l’altro il divario da colmare a oltre il 15%. Se poi nel 2008 abbiamo emesso “solo il”6% in più rispetto al 1990, in controtendenza rispetto agli anni successivi (quando venivano registrate percentuali a doppia cifra), ciò viene fatto dipendere solo da fattori esterni come l’attuale crisi economica. Manca poi un reale progetto energetico che punti sulle energie rinnovabili, si pensa invece a carbone e al nucleare.
Ultima infine l’UE. Questa, grazie anche al recente accordo sul clima, potrebbe raggiungere i risultati prefissati, se non addirittura migliorarli.