Washington risponde, Mosca rifiuta (..niet!).
Il Gorgonauta Il Gorgonauta

Washington risponde, Mosca rifiuta (..niet!).

In passato un telefono rosso collegava Stati Uniti e Unione Sovietica. Oggi invece basta una semplice lettera. Così il presidente americano Barack Obama avrebbe (il condizionale è d’obbligo, la Casa Bianca e il Cremlino hanno confermato la missiva ma non il suo contenuto) offerto al suo omologo russo Dmitri Medvedev il blocco del nuovo sistema anti-missile nell’Europa dell’Est (in particolare in Polonia e Repubblica Ceca) in cambio del sostegno russo contro la corsa all’atomo dell’Iran e contro la possibilità del paese asiatico di lanciare missili a lunga gittata.

Da Medvedev però un secco rifiuto : nonostante i molteplici segnali positivi provenienti da Washington (nuova amministrazione e un nuovo presidente maggiormente propenso alla collaborazione e al dialogo) Mosca non è disposta ad uno scambio. Meglio poi uno scudo comune e generale contro ogni tipo di minaccia, non certo una pluralità di istallazioni militari poste pericolosamente lungo la frontiera russa con chissà quali scopi.

Successivamente i 2 presidenti hanno ridimensionato il contatto reciproco. Se secondo Obama non è stato offerto alcuno scambio (una scudo_antimissile_usa

svista giornalistica) e in realtà lo scudo antimissile è una replica alla minaccia iraniana (non a quella russa);  per Medvedev nient’altro che la risposta, senza _nulla di concreto, _al proprio messaggio inviato al presidente americano dopo il suo insediamento.

Ed ora si attende l’incontro di venerdì a Ginevra tra il segretario di Stato americano Hillary Clinton e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

Nel frattempo in Usa cresce il dibattito sull’atomica iraniana : il paese asiatico sarebbe già in grado di produrla? Al Pentagono, probabilmente, regna la confusione : per il capo dello Stato maggiore della Difesa Ammiraglio Mike Mullen si, per il segretario alla Difesa Robert Gates no. Obama comunque sembrerebbe intenzionato a risolvere la questione in via diplomatica senza ricorrere alla forza militare, isolando dal punto di vista internazionale proprio il nuovo nemico numero 1, l’Iran, fino al punto di costringerlo ad abbandonare la corsa agli armamenti atomici. Ma a questo punto non rimane che interrogarsi sulla loro effettiva esistenza o su una reale volontà in tal senso da parte di Teheran (anche se le bellicose intenzioni e dichiarazioni nei confonti dello Stato Ebraico non aiutano).