Sabato all’alba (ora italiana), tempo permettendo, la NASA lancerà un nuovo telescopio, denominato Kepler in onore dell’astronomo polacco Johannes Kepler scopritore delle leggi sui movimenti dei pianeti, per cercare nello spazio un pianeta simile alla Terra orbitante attorno ad un’altra stella.
Kepler avrà a disposizione 3 e mezzo/4 anni per trovare un facsimile del nostro pianeta, tutto ciò con alte probabilità di successo visti gli innumerevoli corpi celesti che finiranno sotto la sua lente. I compiti del telescopio comunque non finiscono qui : egli infatti catalogherà tutti i pianeti individuati secondo forma e tipo e registrerà la loro orbita e posizione rispetto alla loro stella.
Questo permetterà di trovare astri situati in zone abitabili, ossia, come recita Wikipedia, situati in_ una regione dello spazio le cui condizioni favoriscono la presenza della vita_, quindi, in una certa posizione sia all’interno della galassia sia all’interno del proprio sistema solare. In pratica le temperature del pianeta dovranno permettere l’esistenza e il mantenimento dell’acqua in forma liquida.
In realtà sono già stati individuati, grazie agli strumenti a bordo dei satelliti e altre tecnologie, più di 300 pianeti extrasolari ma nessuno di essi presenta caratteristiche o condizioni adatte alla vita così come noi la conosciamo. Essi ad esempio sono troppo grandi oppure gassosi, troppo vicini o, al contrario, troppo distanti dalla propria stella.
Gli occhi di Keplero, una “macchina fotografica” da 95 mega pixel, saranno puntati su una certa zona della Via Lattea nota come Cigno-Lira dove più alta è la probabilità di trovare stelle simili alla nostra (conseguentemente simili pianeti).
Obiettivo ultimo della missione trovare un pianeta adatto alla vita, abitabile, un domani, forse, il primo luogo dello spazio oggetto della colonizzazione e dell’esplorazione umana.