Brasile. Una bambina di solo 9 anni dopo aver subito violenze dal proprio patrigno (appena 23enne) riceve farmaci per poter abortire e interrompere la gravidanza. Stando alla legge brasiliana il tutto è lecito : la stessa consente l’aborto in 2 casi (indipendentemente dall’età?), ossia in caso di stupro o problemi per la salute della madre, condizioni, in questo caso, entrambi presenti (per i sanitari infatti continuare la maternità avrebbe comportato rischi per la minorenne).
Purtroppo per la piccola non era la prima volta, la bambina subiva violenza fin dall’età di 6 anni, sorte toccata tra l’altro pure alla sorella invalida appena più grande di qualche anno.
Il tutto ha provocato la durissima reazione della Chiesa Cattolica Brasiliana la quale ha scomunicato in blocco e senza possibilità di appello chiunque abbia partecipato all’aborto, minorenne in questione esclusa. Tale atto, in un’ottica di ferma difesa della vita in ogni sua forma , è in crimine in ogni caso e nessuna legge umana potrà mai essere superiore a quella divina. Questa, in poche parole, la posizione assunta dal clero brasiliano, la cui decisione è stata poi “appoggiata” dal Vaticano.
Scioccato per la decisone invece il Ministro della Salute il quale ha accusato la Chiesa cattolica di aver adottato una posizione definita tra l’altro “estremista”, “radicale” e “inopportuna”. Nel frattempo la speranza è che la bambina non finisca mai più nelle braccia di un individuo così spregevole.