Digitale Terrestre - come ti frego con due leggi e un decoder (II parte)
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Digitale Terrestre - come ti frego con due leggi e un decoder (II parte)

Se nella prima parte dell’articolo parlavo delle lavande di mane collettive con cui si sono sciacquati  le mani i vari governi che si sono avvicendati sulla faccenda “Digitale Terrestre”, nella seconda parte vorrei soffermarmi sugli aspetti più tecnici, evidenziando punti di forza e debolezza di questa “nuova” tecnologia.

Transistor o Valvole?

analog-digital

Come per tutte le tecnologie digitali che vanno a sostituire una controparte analogica, anche la trasmissione digitale ha il pregio di garantire, anche in condizioni di lieve interferenza, un’ottima resa del segnale che, dovendo essere “interpretato” dal decoder, può essere “pulito” da eventuali rumori di fondo, assicurando una migliore qualità di immagine e suono.

Purtroppo come contro, essendo una trasmissione digitale, se il segnale viene fortemente disturbato il contenuto trasmesso risulta del tutto incomprensibile per il decoder che se ne sta zitto zitto in attesa di ricevere delle informazioni decodificabili.

Come detto nell’articolo precedente, l’introduzione del digitale terrestre permetterebbe di sfruttare al massimo le frequenze trasmissive che, anche grazie all’impiego della compressione digitale, permetterà di trasmettere 4 canali in alta definizione sulla stessa frequenza di un odierno canale analogico. Per di più gli attuali impianti d’antenna per il segnale analogico sono idonei alla ricezione del segnale digitale.

Non tutto è oro quel che luccica

telecomandi

Purtroppo adottare una nuova tecnologia implica (quasi sempre) dover abbandonare i vecchi apparecchi: gli spettatori della televisione digitale dovranno scegliere se sostituire i propri televisioni con dei nuovi modelli in grado di ricevere e decodificare autonomamente il segnale digitale oppure affiancare alle fidate tivù un decoder esterno (e già m’immagino i vecchietti destreggiarsi tra mille telecomandi).

Storia analoga va fatta anche per la registrazione dei programmi: se prima ci bastava attaccare il cavo dell’antenna al registratore (DVD o VHS che sia), regolarne l’ora d’accensione e spegnimento e lasciargli fare il proprio sporco lavoro, ora il caro vecchio recorder dovrà o essere sostituito con un nuovo registratore con decoder digitale incorporato oppure anch’esso affiancato da un altro decoder esterno (e fanno due) che gli permetterà di sintonizzarsi su un canale diverso da quello che stiamo guardando in quel momento.

Concludendo benché per legge il termine ultimo dello switch-off analogico (lo spegnimento definitivo delle trasmissioni analogiche) sia disposto per la fine del 2012, l’odierna infrastruttura per il digitale terrestre rimane ancora in fase embrionale e, data la particolare conformazione del territorio italiano, anche la copertura del territorio può non essere completa ed affidabile entro il termine ultimo.

Come dice sempre il Gorgonauta, “solo il futuro ci darà le risposte”, intanto rimaniamo sintonizzati in attesa di novità sulla “televisione del futuro”.