Fanno discutere varie proposte di legge che si propongono di modificare la legge 157/1992 sulla caccia, l’unica che tutela nel nostro paese la fauna selvatica. E molti loro aspetti fanno più che rabbrividire. Mentre alla Camera in commissione Agricoltura si discute un testo che si propone di ampliare la stagione venatoria (oggi dal 1 settembre al 31 gennaio). Con la possibilità che in seguito le Regioni consentano ai cacciatori deroghe in ogni momento dell’anno. In pratica una sparatoria perpetua.
E non è finita qui. Nel disegno di legge di Franco Orsi, Pdl, si giunge all’immaginabile. Innanzitutto ci si propone di cancellare dalla legge 157/1992 alcune dichiarazioni di principio, e così la tutela della fauna non è più di interesse nazionale e scompaiono le specie superprotette come lupi, orsi e aquile, declassate a “protette”, tanto da permettere a sindaci e prefetti di ordinarne l’abbattimento (come di qualsiasi altro animale) qualora rappresentino una minaccia o più semplicemente diano fastidio.
E poi concessione del permesso di caccia a 16 anni(con i minori cmq accompagnati da un tutor), la liberalizzazione dei richiami vivi (cioè animali utilizzati per catturarne altri) senza i relativi anelli di riconoscimento (potrebbe bastare un certificato) e senza alcun limite di numero e specie. E se mai passerà l’ampliamento della stagione venatoria l’Italia rischia di permettere l’uccisione di specie protette addirittura da normative comunitarie, in periodi nei quali queste migrano, nidificano e si riproducono. Con la possibilità di un nuovo pesante richiamo (e sanzioni) da Bruxelles, che tra l’altro ha già rimproverato il nostro paese per permettere la caccia a specie ritenute protette in ambito europeo.
Credete sia finita? No, infatti si potrà cacciare le specie non cacciabili (!) in aree protette e parchi (!!) e i cacciatori potranno diventare automaticamente anche imbalsamatori senza alcuna procedura. Le regioni non potranno proteggere oltre il 30% del proprio territorio mentre la doppietta potrà essere regolarmente in azione anche con ghiaccio e neve, ossia quando gli animali affrontano avversità climatiche.
Ci si chiede a questo punto la ragion d’essere o lo scopo di una proposta così discutibile e contro la natura, quando poi la stessa è avversata sia da associazioni ambientaliste, sia da quelle che raccolgono la maggioranza dei cacciatori, nonché, molto probabilmente, dall’opinione pubblica. Il tutto per soddisfare una lobby minoritaria ma economicamente potente di stupidi incalliti della doppietta. E di tutto quanto ci ruota attorno (tasse incluse).