Caro Presidente,
non bastava la candidatura di una donna della televisione, bella certo, ma forse poco competente per un posto politico e rappresentativo così importante, ossia Il Parlamento Europeo (dove tra l’altro gli italiani sono tra i più assenteisti);
non bastavano le proprie vicende matrimoniali spiattellate su tutti i mezzi di informazione tradizionali e non quando nessuno ne sentiva il bisogno;
non bastava la partecipazione ad una festa di una diciottenne, senza dimenticare il regalo del “papi” alla festeggiata;
ora l’importante è essere velina.
Accade infatti che durante la conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri mentre il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni illustra un provvedimento sulle comunità giovanili, il premier irrompe sulla scena con questa battuta:
“Possono iscriversi anche le veline, possibilmente minorenni? Così sarò obbligato ad andarci, per coerenza…”.
Ultimamente le donne, minorenni o meno, sono uno degli argomenti preferiti dal premier tanto da dedicargli una battuta ogni qualvolta si presenti l’occasione.
Ora la massima aspirazione per la moderna ragazza italiana è fare la velina, ossia mostrarsi e non dire una parola, conoscere il “papi” giusto e volare in politica.
Al di là della considerazione che un ruolo politico così importante richiederebbe maggiori cautele e professionalità, potere e donne rappresentano un connubio presente fin dagli albori della storia dell’umanità. In passato c’erano serve, cortigiane e Harem personali. E nel 2009 nulla sembra essere cambiato.