La speranza è che la storia insegni a non commettere gli stessi errori, ma quando si parla di centrosinistra italiano questo è tutt’altro che scontato.
Ad autunno si terrà il nuovo Congresso del Partito Democratico e come previsto da statuto si terranno le primarie fissate per il 25 ottobre.
La sfida sembra essere purtroppo circoscritta a due candidati: Franceschini e Bersani.
Dico purtroppo non tanto per le persone che si sfideranno entrambe lodevoli: al primo bisogna dare il merito di aver retto sorretto una baracca ormai distrutta al secondo per essere stato l’unico negli ultimi 10 anni ad aver provato a smantellare le varie lobby che stanno uccidendo il nostro paese.
Tuttavia il rinnovamento appare partire vecchio. Il rinnovamento ha un nome e un cognome; Debora Serracchiani. Purtroppo da brava neo esponente del centro-sinistra proprio ora che c’era bisogno di lei si è tirata indietro, sostenendo Dario Franceschini. Lo stessa cosa che fece Walter Veltroni nel 2006 quando si tiro indietro nella corsa al Presidenza del Consiglio per lasciar strada a Romano Prodi.
E’ proprio questo che non va nel Centro-Sinistra non si coglie l’attimo. Secondo voi se Obama si fosse tirato indietro per lasciar strada a Hillary Clinton fra 4/5 anni avremo avuto la stessa Obama-mania? Semplicemente no, questo era il suo momento. Se la giocherà bene, se la giocherà male sarà la storia a dircelo ma l’importante è che se la stia giocando.
Forse offuscati dal Berlusconianesimo si pensa che la stagione di un politico duri dai 10 ai 20 anni.
Invece no, dopo una legislatura via, occorre un ricambio continuo solo così si sta al passo coi tempi. E la vecchia scusa che non esiste un ricambio raccontatela ai telegiornali ma non a noi. La Serracchiani ne è proprio un esempio, ovviamente per permettere un ricircolo dell’aria bisogna aprire le porte e le finestre se si fa muro ciò non è possibile.
Non ci resta che aspettare che almeno stavolta la storia compia il suo dovere.