E’ di pochi giorni fà il ritrovamento al largo delle coste calabresi (20 miglia al largo di Cetraro, in provincia di Cosenza) del relitto di una nave con un misterioso carico di fusti che emergono da uno squarcio della stiva e al suo esterno.
Il ritrovamento sembra confermare le rivelazioni di un pentito di mafia, secondo il quale la nave contiene un pericoloso carico di fusti tossici ed è stata affondata deliberatamente.
La scoperta del relitto accresce anche i sospetti di un lucroso traffico internazionale di merci radioattive e tossiche caricate su vecchie carrette e affondate al largo delle coste italiane e di tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo. Rifiuti che nessuna nazione, paese o città desidera e che caricati sulla stiva di fatiscenti navi vengono lasciati a marcire sul fondo del mare nostrum, dove legalità e controlli lasciano spesso a desiderare.
Dagli anni 80 ad oggi sono almeno una quarantina glia affondamenti sospetti, stranamente nei punti più profondi del mediterraneo. Naufragi probabilmente dolosi per nascondere temibili carichi di morte.
Nel frattempo nei prossimi giorni continueranno le indagini sul relitto ritrovato ad una profondità di 480 metri sia per scoprire il nome della nave affondata sia per prelevare alcuni fusti e analizzarne così il contenuto. Ma per proseguire le investigazioni e per bonificare eventualmente la zona contaminata occorreranno risorse, tecnologie e soldi che allo stato attuale purtroppo mancano.
Il Mediterraneo insomma come una grande discarica radioattiva, a danno di tutti gli essere viventi che abitano, si affacciano o vivono grazie a quelle acque, cariche nei loro fondali di pericolosi e mortali veleni. E forse non sarà più un caso che sulla costa si muoia di tumore o la foce del fiume vicino al proprio paese sia..radioattiva.