, in poche parole l’immunità prevista per le 4 cariche più alte dello Stato. Il Governo e (sopratutto) S.Berlusconi attendono con ansia l’esito dell’esame di legittimità costituzionale della legge, dato che in caso di bocciatura della stessa il premier potrebbe dare le dimissioni** così come l’intero esecutivo.
L ‘avvocatura dello Stato, che per conto della presidenza del Consiglio ha assunto le difese del Lodo Alfano, nelle memorie difensive depositate presso la cancelleria della Corte in attesa della prima udienza, parla di una legge in grado di coordinare ben 2 interessi : quello personale del premier Berlusconi e quello generale all’esercizio efficiente delle funzioni pubbliche assunte dallo stesso presidente del Consiglio.
Se poi il Lodo venisse bocciato, questo potrebbe creare un pregiudizio al premier, un condizionamento dell’opinione pubblica in grado di impedire al Presidente del Consiglio di svolgere le proprie funzioni con serenità e obiettività, fino alla conseguenza più drammatica delle dimissioni. Indipendentemente da una reale e successiva sentenza di condanna nei processi in cui Berlusconi risulta coinvolto.
Di tutta altra opinione ovviamente la memoria depositata dalla procura di Milano, secondo la quale il Lodo Alfano è illegittimo come lo stesso Lodo Schifani, bocciato dalla Consulta nel 2004.
Nell’attesa del giudizio della Corte si preparano e si affilano quindi le accuse e le difese in vista dello scontro giudiziario e politico che coinvolgerà avvocati e sostenitori dell’uno e dell’altro schieramento nei prossimi giorni e nel corso dell’esame di legittimità costituzionale della legge.
Nel frattempo qualcuno sta già pensando al “dopo-Silvio”.