Il Dalai Lima, la massima autorità spirituale del Buddismo tibetano, giungerà ben presto a Washington. Da 11 anni, ogni qual volta che giunge nel continente americano, lo stesso è ricevuto dal presidente degli Stati Uniti. Ma quest’anno l’appuntamento non sa da fare. Complice il viaggio in Cina,Obama ha detto di no. Obama? Proprio lui, quel presidente super buono, simpatico e tanto bravo e democratico?
Strano a dirsi, ma proprio così sono andate le cose. A novembre il presidente americano si recherà in Cina e forse aver incontrato prima il Dalai Lama e aver parlato di diritti umani farà inc arrabbiare un pò i leader cinesi, che d’altronde a patto di chiudere gli occhi su qualche repressione e violenza in più in quella sperduta regione del mondo chiamata Tibet potranno offrire a Obama e alle aziende americane un enorme mercato in cui sguazzare lucrosamente.
Secondo la stessa amministrazione americana buoni rapporti con la controparte cinese permetteranno di ottenere successivamente aperture e progressi sulla questione tibetana ma rimane da chiedersi se mai i leader cinesi faranno reali concessioni in tal senso.
L’incontro con il Dalai Lama avverrà comunque entro la fine dell’anno, probabilmente a dicembre, ma nel frattempo eventuali accordi commerciali o meno saranno già stati stipulati, senza dimenticare che la Cina avendo già pesantemente investito in titoli di Stato americani sta sostenendo il debito pubblico degli Stati Uniti.
In tutto questo l’unico a fare una magra figura è proprio lui Obama, che forse, pur di tirar fuori gli Usa dalla recessione, non far passi falsi in politica interna (dove la sua riforma della sanità è alquanto malvista) ed estera, nonché isolare a livello internazionale l’Iran e la Corea del Nord con i loro programmi nucleari, lascia da parte etica, morale e diritti umani. E così :
Sorry Dalai Lama, the business (and my ass) is better!!