L’ultimo bilancio del nubifragio che ha colpito nei giorni scorsi il messinese ha raggiunto il triste conteggio di 25 morti e 10 dispersi e sabato mattina si terranno i funerali delle vittime nella cattedrale di Messina. Ma per l’ennesima disastro naturale nazionale causato sopratutto dall’incuria e dalla stupidità umana non cala affatto il sipario dato che dovranno essere accertate, qualora vi siano, colpe e responsabilità.
Alluvioni, frane, inondazioni hanno sempre colpito la nostra penisola, basti pensare all’alluvione che colpi il Polesine nel 1951 o quella di Firenze nel 1966, ma l’incredibile è che questi eventi, nonostante il passare del tempo, siano sempre incontrollabili e devastanti. Oramai basta una precipitazione eccezionale per scatenare il disastro. Certo le precipitazioni saranno difficili da controllare ma appare poco normale che delle piogge, pur se impreviste, facciano sommergere un intero paese dal fango. In questi casi si aggiunge probabilmente la mano dell’uomo sotto forma di una cattiva e sbagliata gestione del territorio.
Basta guardare Giampilieri Superiore e Giampilieri Marina dall’alto per interrogarsi sull’urbanistica cittadina: case e palazzi costruiti e ammassate lungo l’argini dei fiumi, lungo il lungomare a pochi metri dalla spiaggia, al di sotto di colline pericolosamente instabili o lungo le loro pendici. Se si ci chiede come possano franare intere montagne allora perchè non parlare di possibile abusivismo edilizio e mancata cura del territorio?
Ma in passato, si afferma, non occorrevano licenze e permessi o questi se richiesti venivano regolarmente rilasciati. Se poi si aggiungeva qualcosina all’abitazione bastava pagare grazie a sanatorie e condoni. E i catasti, i piani regolatori dove sono? Non si sa. Meravigliosa normalità.
A quanto successo si aggiunge poi, oltre al danno (e al dolore), la beffa : già nel 2007 la zona era sta colpita da degli smottamenti ma questi erano passati sotto silenzio e l’inchiesta successiva non aveva portato all’individuazione di alcun colpevole. Il primo avvertimento insomma non era stato colto. Nel 2008 invece una relazione dei tecnici della Protezione Civile parlava apertamente di degrado dei corsi idrici e del rischio del verificarsi di un vero e proprio disastro. Insomma 2 avvertimenti in una zona ad alto rischio idrogeologico rimasti inascoltati. Occorreva forse una tragedia per rendersene conto?
E addirittura il bollettino meteo prima della tragedia parlava di rischio ordinario, non accennava a nessuna particolare allerta. Altro che disastro ampiamente previsto (e comunque se era stato previsto perchè non si è fatto nulla?).
Almeno 2 anni di tempo per agire, operare, limitare i danni. Ma nell’indifferenza generale niente di tutto ciò è stato fatto. Non sono arrivati mai i soldi si dice dopo l’alluvione del 2007 ma allora ci si dovrebbe chiedere dove finiscono i finanziamenti e i pubblici denari destinati al Meridione. Per grandi ponti mentre franano intere montagne?
In questo contesto si apre la polemica, nonché il richiamo del Capo dello Stato, sulle grandi opere. A cosa serve costruire nuovi ponti, autostrade, tunnel se quelli che già ci sono cadono a pezzi oppure sono lasciati a se stessi? E se nella penisola italiana il disseto idrogeologico è un drammatico problema per centinaia se non migliaia di comuni perchè a tutto ciò non si pone rimedio?
Se 7 comuni su 10 sono a rischio, abusivismo e piogge torrenziali fanno il resto. E invece di investire in sicurezza e manutenzione si predispongono piani di crisi ed emergenza, non capendo che quest’ultima sarà ben più costosa di un’ordinaria cura del territorio e dei suoi fiumi.
Tra indifferenza e stupidità arrivederci così al prossimo disastro annunciato.