Napoli, inumana indifferenza.
Il Gorgonauta Il Gorgonauta

Napoli, inumana indifferenza.

11 maggio 2009 Napoli ore 15.40, una giornata all’apparenza come tante altre. Una videocamera situata presso un vicolo del rione Sanità inquadra l’ingresso (o l’uscita, se preferite) di un bar. Un uomo sosta all’esterno dell’esercizio commerciale, fumando una sigaretta e conversando talvolta al cellulare. Si tratta di Mariano Bacio Terracino, un rapinatore affiliato alla Camorra già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali. Attorno a lui la vita di tutti i giorni con numerose persone che passeggiano per strada ed escono ed entrano dal bar. Tra pochi minuti tuttavia si compierà un brutale omicidio. Ma questo Terracino lo ignora.

Un altro uomo si apposta a lato di Terracino, lo osserva. Dopo pochi minuti guarda il proprio orologio e si allontana. E’ il segnale, si avvicina il momento dell’esecuzione. Un’altra persona di sesso maschile entra nel bar, sosta brevemente al suo interno e quando esce uccide, con alcuni passanti a pochi metri e con 3 colpi di pistola tra la nuca e la schiena, Terracino. Indisturbato il killer si allontana dal luogo dell’omicidio, la vittima rimane, invece, distesa senza vita sul selciato. Intanto  altre persone scappano o si rifugiano spaventate dentro all’esercizio commerciale.

Si tratterà tuttavia di uno spavento di breve durata. L’orrore è appena cominciato.

29 ottobre 2009. Le forze dell’ordine e la Procura di Napoli diffondono il video nella speranza che qualcuno riconosca l’assassino e il suo palo e lo denunci alle autorità. Dopo mesi di indagini l’identità dei 2 sicari infatti è ancora ignora (nonostante il filmato!) e il clima di omertà che si registra nella città partenopea rende il riconoscimento ancora più difficile.

Il filmato sconvolge l’opinione pubblica (o almeno dovrebbe farlo) per la sua brutalità, ma non solo. Ciò che lo rende AGGHIACCIANTE (e dobbiamo ringraziare la telecamera, altrimenti pochi avrebbero prestato attenzione al fatto) è la reazione successiva della folla e dei passanti al brutale omicidio.

Quelli che assistono all’esecuzione scappano o fuggono, temendo forse per la propria vita. Reazione istintiva si dirà e sulla quale si potrà, teoricamente, poco discutere. Ma quello che accade dopo possiede dell’incredibile e dell’immaginabile. I passanti scavalcano con noncuranza il cadavere, lo ignorano o lo guardano distratti, la vita torna a scorrere come se niente fosse.

Una donna addirittura lo scavalca una prima volta, lo guarda e si allontana passandogli sopra una seconda volta, d’altronde è un volto sconosciuto, nulla di grave. Le forze dell’ordine latitano, forse nessuno si è preso il disturbo (troppo probabilmente) di chiamarle. E nessuno soccorre Terracino, si china verso il suo corpo oppure prova ad aiutarlo, anche se ormai l’aiuto sarebbe più che mai inutile.

Cosa c’è di strano in un corpo disteso per terra e nel sangue che si diffonde per il selciato? A Napoli, forse proprio nulla.

Altrove, invece, si spera che non sia così.