Body Scanner, tra sicurezza e violazione della privacy
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Body Scanner, tra sicurezza e violazione della privacy

Umar Farouk Abdulmutallab

Ve lo ricordate Abdulmutallab? Il ragazzo nigeriano ventitreenne che lo scorso Natale ha riportato agli onori della cronaca la minaccia terroristica di Al Qaeda?

Si, proprio quel ragazzo che sul volo Amsterdam-Detroit del 25 Dicembre 2009 cercò di far scoppiare le proprie mutande – era lì che aveva nascosto l’esplosivo – nello (per fortuna) sventato tentativo di far esplodere l’aereo sul quale viaggiava insieme ad altri 300 passeggeri.

Ritornata questione di rilievo, la minaccia terroristica ha rimesso – per l’ennesima volta – in discussione le norme di controllo dei passeggeri.

Saranno stati l’inadeguatezza di controlli e controllor i, la particolare ingegnosità dell’ordigno e del suo nascondiglio, qualche falla nel sistema di scambio delle informazioni tra le agenzie internazionali o una certa connivenza di governi “canaglia”, fatto sta che il dinamitardo nigeriano è riuscito a passare indenne i controlli in aeroporto e seminare il panico tra i cieli nord-americani.

Se con l’attentato dell’11 Settembre gli aeroporti di tutto il mondo – quelli statunitensi in primis – si sono dotati di nuove procedure anti-terroristiche e dei sempreverdi metal-detector, con questo nuovo “focolaio” la Trasportation Security Administration – agenzia USA nata in risposta agli attacchi settembrini – ha ben pensato di dare un ulteriore giro di vite contro le minacce di Al Qaeda, a scapito della privacy dei passeggeri.

Body Scanner, grande invenzione …

Con l’impegno – guirin giuretto – di “non invadere la privacy dei viaggiatori”, la TSA ha già installato una quarantina di questi ingegnosi marchingegni – che presto arriveranno a 150 – in tutto il territorio statunitense.

Detti Body Scanner – scansionatori corporei, per i non anglofoni – i portentosi macchinari che promettono l’individuazione di qualsiasi minaccia adesa al corpo dei passeggeri utilizzano – a scelta – due tipi di tecnologie:

  • Onde radio ad alta frequenza o Millimeter Wave Imaging

  • Raggi X a bassa energia o Backscattering

In entrambi i casi il corpo del passeggero viene posto tra due emettitori che gli ruotano attorno ed a seconda dei materiali – carne, tessuti, capelli, ecc.. – sui quali rimbalzano o vengono assorbite disegnano un’immagine “spogliata” del soggetto.

Giocando d’anticipo la TSA ha già garantito che la privacy delle persone scansionate sarà assicurata grazie ad un sistema di rilevazione dislocato, attraverso il quale l’addetto alla sicurezza che visiona la scansione non vede direttamente il passeggero controllato. Inoltre l’immagine ottenuta non è altro che un “negativo” in bianco e nero del passeggero di cui oltretutto viene “offuscato” il viso, in modo da impedirne qualsiasi riconoscimento

Infine – melius abundare quam deficere – tali sistemi non possono né conservare, inviare o salvare le immagini ottenute e agli addetti alla visualizzazione è vietato portare cellulari o macchine fotografiche durante il servizio.

Anche sul fronte “salutistico” la TSA ha previsto tutto, annunciando che le energie – onde radio o raggi X che siano – utilizzate sono una millesima parte di quelle a cui siamo sottoposti ogni giorno – si pensi a chiamate cellulari o alle lastre dal dentista.

… o bufala DOC?

Insomma, sarà tutto oro quello che luccica?

Forse in questo caso no, se da una parte la TSA assicura di salvare i cavoli della privacy e le capre del governo, dall’altra uno scanner è stato protagonista di una figura barbina collezionata presso un’emittente televisiva tedesca.

L’apparecchio in questione doveva dimostrare la propria efficacia, evidenziando gli oggetti del passeggero esaminato.

Tutto sembra andare per il meglio (microfono e telefonino rilevati alla perfezione), ma quando il ragazzone scansionato tira fuori dalla tasca i componenti per realizzare una bomba incendiaria – fondamentalmente termite – l’operatore non sembra poi così convinto del risultato.

Va detto che lo scanner in questione non corrisponde a nessuno dei due utilizzati negli aeroporti, essendo basato su una rilevazione agli infrarossi, piuttosto che usare onde radio o raggi X.

C’è da augurarsi che i dispositivi della TSA siano un po’ più sensibili di quelli impiegati nella trasmissione, anche se sono stati tutt’altro che oggetto di profonda e ponderata analisi – ricordo che l’installazione di questi dispostivi nei principali aeroporti americani ed europei è tutt’ora in corso d’opera.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’attore indiano Shah Rukh Khan quando le sue fan gli hanno chiesto di autografare la sua “scansione ignuda”… e quella da dove sarà spuntata?

Per non parlare del sito web britannico The Register che ha facilmente dimostrato – specifiche tecniche alla mano – che i body scanner possono salvare qualsiasi scansione su penne USB o dischi rigidi.

Mah, scherzi delle tecnologie all’avanguardia, intanto proprio in questi giorni è partita la sperimentazione dei body scanner a Fiumicino e Malpensa.