La corsa alle fonti rinnovabili, in particolare al fotovoltaico, ormai è partita e tutti vi vogliono partecipare dalla famigliola di campagna alla grande azienda; ma un altro attore sembra molto intenzionato alla cosa, parlo degli intermediari di autorizzazioni.
Parlo di coloro che cercano di piazzare a caro prezzo i fogli di carta con i timbri del comune o la domanda di allacciamento presentata a Terna (la spa dell’alta tensione) o all’azienda di distribuzione elettrica locale. Si stima che alla fine riesca a passare un progetto su quindici.
Sono soldi facili. Quei pezzi banali di carta possono essere rivenduti sul “mercato secondario” a circa 100mila euro per megawatt. Sono state depositate a Terna e all’Enel circa 45mila domande-fotocopia per 152mila megawatt (15,2 miliardi di valore ipotetico sul mercato virtuale). Tre volte la richiesta elettrica massima nell’ora di punta dell’intera Italia: il record assoluto di fabbisogno fu registrato il 17 dicembre 2007 alle ore 17,30 con 56.810 megawatt.
La “bolla” potrebbe scoppiare. I segnali ci sono. In Puglia la domanda furibonda di terreni per la posa di pannelli solari ha distorto i valori delle aree agricole. Gli ecologisti insorgono contro l’invasione fotovoltaica al posto delle colture. Il presidente della Puglia, Nichi Vendola, di fronte alla metastasi dei progetti ha annunciato un freno alle installazioni sui terreni agricoli. Ma il problema è internazionale, con i grandi nomi della finanza (basta pensare a Goldman Sachs) sbilanciati su questo tipo di investimenti
Per correre ai ripari prima che la “bolla delle rinnovabili” scoppi – trascinando con sé tanti progetti validi – Terna e la Confindustria propongono un vincolo economico al mercato virtuale. Oggi la domanda di allacciamento costa 1.250 euro. Così Terna pensa che si potrebbe scremare i progetti alzando a 5mila euro per megawatt il costo della domanda di allacciamento. Non a caso Terna e la Confindustria hanno scritto all’Autorità dell’energia una lettera in cui sottolineano l’importanza dell’autorizzazione unica, un solo atto che comprenda la realizzazione dell’impianto e l’allacciamento alla rete.
La strada del rinnovabile è sicuramente quella giusta, e non quella delle preistoriche centrali nucleari, ma bisogna ricordarsi che c’è valore se c’è energia e non se c’è un foglio con un timbro sopra. Non dobbiamo dimenticarci cosa è successo durante il boom di internet con lo scoppio della relativa bolla causata dal fatto che si pensava che la ricchezza di un sito era dato da un click, lo stesso non deve accadere per il rinnovabile.