Un orfano diventato principe. Dastan (Jake Gyllenhaal), un orfano cresciuto per le strade di Babilonia, capitale dell’imponente e potente regno di Persia, viene accolto nel palazzo reale dal saggio sovrano Sharaman I per il suo coraggio ed eroismo, diventando così il terzo principe di Persia.
Diventato adulto Dastan insieme ai suoi 2 fratelli viene inviato presso la città santa di Alamut e qui i 3 scoprono un traffico di armi proveniente dalla città e destinato ai nemici della Persia. Decidono quindi di attaccare e punire Alamut per il suo tradimento e nel corso dell’attacco il giovane Dastan si impossessa di uno strano pugnale di pregevole fattura.
La principessa di Alamut, la bella Tamina (Gemma Arterton), viene promessa sposa a uno dei fratelli di Dastan ma ancor prima che si possa celebrare il matrimonio il re di Persia Sharaman I, giunto in città, viene ucciso. Dastan è incolpato dell’omicidio ed è costretto a fuggire, con Tamina (stranamente più che mai interessata al pugnale), per salvare la propria vita.
Il giovane principe scoprirà poi, nel corso di una lunga avventura e in compagnia di Tamina, che l’arma nasconde un grande potere, destinato a combinare grossi guai nelle mani sbagliate…
Su e giù per i teti.
Il giovane Dastan oltre che essere un principe è un abile acrobata, abilità acquisita fin/a causa della sua turbolente infanzia tra le strade di Babilonia. Può quindi saltare da un palazzo all’altro, scalare pareti all’apparenza impossibili, saltare (in modalità Altair) da un tetto di un alto edificio. Trattasi, ovvio, di un evidente e naturale scopiazzatura della famosa saga videoludica del Principe di Persia** e delle avventure che lo stesso deve affrontare in ogni nuovo episodio. La stessa pellicola d’altronde richiama in più occasioni l’atmosfera propria di un/del videogioco, dalla saga di Prince of Persia a quella di Assassin Creed.
Le sabbie del tempo.
Così come nel mondo dei videogiochi e nella tetralogia delle sabbie del tempo (iniziata nel “lontano” 1993) l’oggetto della contesa è un pugnale e le particolari sabbie in esso contenute, per l’appunto le sabbie del tempo. Utilizzando l’arma infatti il suo possessore può riavvolgere e tornare indietro nel tempo, cambiando così il corso degli avvenimenti (e della storia).
Trattasi evidentemente di un potentissimo potere in grado di cambiare il corso degli eventi e per il cui possesso si scatena una vera e propria lotta intestina senza esclusione di colpi (e assassinii.) Da una parte Dastan e Tamina, dall’altra Nizam (Ben Kingsley), il fratello del defunto re Sharaman I.
Azione e avventura.
La pellicola dal canto suo è densa di azione e avventura, toccando sia ampi (e pericolosi) paesaggi desolati sia città popolose e labirintiche. Senza dimenticare di aggiungere qualche stravagante e simpatico personaggio secondario, come un (il primo?) “evasore fiscale” dedito alle corse di … struzzi! e di mostrare un rapporto, più che mai litigioso, tra la bella Tamina e il coraggioso Dastan.
Sono quest’ultimi 2 d’altronde i personaggi sui cui si regge l’intera pellicola, lasciando che i cattivi di turno detengano un ruolo e un peso meno evidente.
Il prodotto finale è una storia avvincente e divertente, che non chiede allo spettatore nient’altro che rimanere seduto a divertirsi. E’ questo forse il limite più grande di questa trasposizione cinematografica di Prince of Persia, destinata probabilmente a scomparire nella mente dei più alla prima tormenta di sabbia..