Calciomercato. Il ritorno alla cambiale?
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Calciomercato. Il ritorno alla cambiale?

Estate per i calciofili significa Calciomercato, ma visti i tempi gli appassionati del Calcio dello Stivale si dovranno accontentare di briciole.

Il calciomercato italiano attraversa una fase critica, niente soldi, niente liquidità, si cerca di trovare idee in alcuni scambi o in formule che permettano un pagamento dilazionato.

Le operazioni Pepe-Juventus e Cavani-Napoli fanno pensare ad un calciomercato del “pagherò” che permette da un parte alle società acquirenti di acquistare un giocatore dilazionando il pagamento (Juventus e Napoli), dall’altra alle società con un bilancio in attivo ( Udinese, Palermo) di concedere questa tipologia di pagamento per poter goderne i benefici nei prossimi anni.

Ormai il calciomercato europeo è sempre più orientato verso la linea verde. Il Manchester City ha acquistato grandi giocatori ma fondamentalmente tutti giovani, il Chelsea di Abramovich ormai acquista solo calciatori giovani. Anche il Real Madrid ha sposato questa linea di pensiero, Mourinho avrebbe voluto Milito e Maicon, ma Perez non ha voluto i due nerazzurri per una questione anagrafica.

Così anche il futuro del calcio italiano deve basarsi sul settore giovanile anche perchè ci saranno incentivi per le società che lavoreranno con i giovani.

Intanto però l’Inter è vicina alla cessione di un giovane talento come Balotelli. E’ anche vero che dalla cessione di Super Mario l’Inter potrebbe racimolare qualcosa come 35/40 milioni di euro da reinvestire sul calciomercato. I nomi caldi per rinforzare la rosa di Benitez sono Mascherano, Kuyt e Giuseppe Rossi.

Il prossimo campionato potrebbe essere più livellato visto che le società medio-grandi investono tanto e bene sul mercato. Infatti società come Napoli e Palermo stanno investendo bene, e anche la stessa Fiorentina per il momento ha mantenuto tutti i suoi gioielli.

L’unica grande che sembra voler rinforzarsi sul mercato è la Juventus. I nomi di Dzeco, Krasic, Forlan circolano da un pò di tempo, ma bisogna vedere se è solo fumo o se ancora il nostro campionato possiede l’appeal di un tempo.