The American, trama e recensione.
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The American, trama e recensione.

Jack, assassino di professione. Jack (George Clooney) è un killer solitario che uccide per vivere. Ma mentre si trova in Scandinavia, più precisamente in Svezia, una missione fallisce tragicamente. Jack è costretto a fuggire e a nascondersi in Italia, in un remoto e isolato paesino dell’Abruzzo.

Qui il proprio capo gli conferisce un nuovo incarico, ma nelle intenzioni di Jack questo sarà anche l’ultimo. La tragica esperienza vissuta tra le nevi della Svezia lo ha portato infatti a riflettere sulla sua vita e sul suo lavoro. Ma chiudere con il proprio passato si rivelerà più difficile del previsto..

Un americano in Abruzzo.

Sorpresa e stupore. Queste forse le emozioni vissute dagli abruzzesi nel vedere George Clooney passeggiare tra gli stretti e bui vicoli delle loro piccole cittadine. La pellicola infatti è stata girata in Italia tra Castel del Monte e Sulmona, in Abruzzo.

In_ The American_ d’altronde la nostra penisola è grande protagonista: oltre a essere la location del film nel cast figurano numerosi attori italiani (come Paolo Bonacelli e Violante Placido). E così capita di vedere Clooney recarsi alle poste italiane per ritirare un pacco o prendersela con un difettoso distributore di Vigorsol (tanto per fare un pò di pubblicità..)

Bad George.

La pellicola, tratta dal romanzo di Martin Booth A very private gentleman, vuole portare sul grande schermo un lato meno conosciuto di George Clooney, non quello di un elegante e affascinante seduttore ma di quello di un cattivo e tormentato uomo senza scupoli.

Il film, confezionato a misura dell’attore americano, narra infatti il suo percorso di redenzione, la sua intenzione di  ricominciare a vivere e a lasciarsi alle spalle il proprio tragico passato.

Tutto il resto è noia..

La presenza scenica di Clooney tuttavia non è sufficiente. La pellicola si base sulle attese, su eventi che non si verificano, sulla solitudine di una persona che a causa del proprio lavoro ha dovuto rinunciare alla compagnia degli altri. Il percorso umano del protagonista si perde in facili simbolismi (una farfalla, l’incontro con un sacerdote) e manca man man di intensità, tranne poi riprendersi nel finale.

Un film in conclusione che,  se anche non dichiaratamente d’azione, per 105 minuti di visione offre allo spettatore più che altro silenzi e immacolati (ma fantastici) paesaggi. Troppo poco. Anche per un ispirato George.