Sintesi della Riforma Gelmini.
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Sintesi della Riforma Gelmini.

Il Senato ha approvato definitivamente la riforma dell’Università. Il via libera al disegno di legge è giunto al termine di un iter lungo e tormentato, con 161 sì, 98 no e 6 astenuti.

È salito a 29 articoli il ddl Gelmini, che cambia radicalmente l’università in Italia. Anche se ci vorranno 42 decreti attuativi, tra decreti legislativi, deleghe e atti ministeriali.

Ecco le novità più importanti:

  • Contratti tenure track I contratti «tenure track», posso essere di due tipi: contratti di durata triennale, prorogabili per due anni per una sola volta, e contratti triennali non rinnovabili riservati ai candidati che abbiano usufruito già dei contratti del primo tipo, o abbiano usufruito di assegni di ricerca per tre anni (anche non consecutivi) o di borse post-dottorato, oppure di contratti o borse presso atenei stranieri.

  • Contratti con professionisti esterni Si riconosce poi alle università la facoltà di stipulare, gratis o a titolo oneroso, contratti con professionisti esterni (anche pensionati o lavoratori autonomi, ma con un reddito annuo non inferiore a 40mila euro lordi).

  • Norme Anti-Parentopoli Sì anche alle norme anti-parentopoli: non potranno partecipare ai procedimenti per la chiamata a professore di ruolo e associato coloro che hanno un grado di parentela o di affinità - fino al quarto grado compreso - con un professore dell’ateneo, con il rettore, direttore generale o un componente del cda. Il divieto si applica anche agli assegni di ricerca e ai contratti a qualsiasi titolo erogati dall’ateneo

  • Assegni di ricerca Gli assegni di ricerca potranno essere firmati solo da atenei, enti pubblici di recerca e sperimentazione, l’Enea, l’Agenzia spaziale italiana, oltre alle istituzioni il cui diploma di perfezionamento scientifico è stato riconosciuto equipollente al titolo di dottore di ricerca.

  • Età pensionabile Scende, ma di poco, l’età pensionabile, con la soppressione del biennio Amato, che consentiva il fuori ruolo per due anni. Gli ordinari, andranno in pensione a 70 anni, gli associati a 68.

  • Abilitazione Scientifica Nazionale Con l’entrata in vigore della legge, arriverà poi l’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso alla cattedra, il fondo per valorizzare il merito dei degli studenti (se si riusciranno a trovare le risorse), la possibilità di aggregarsi tra atenei per migliorare l’offerta formativa, anche a livello interregionale. Professori e ricercatori, anche a tempo determinato, devono entrare in aula e tenere lezioni o seminari. L’impegno viene misurato in 1.500 ore annue, di cui, almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti, se rientrano nel regime di tempo pieno. Si scende a 250 ore per quello di tempo definito.

  • Nuova Governance Disco verde alla “nuova” figura del direttore generale e a una netta distinzione tra Cda, consiglio di amministrazione, e senato accademico, che avrà “poteri” limitati alla sola didattica e ricerca. Attenzione anche alle spese: se fuori controllo, l’università verrà commissariata e la cinghia subirà una bella stretta.