Dopo la vittoria del sì al referendum la domanda che bisogna porsi è quale sarà il futuro di Mirafiori.
Il piano industriale presentato lo scorso 21 aprile da Fiat prevede che nella storica fabbrica torinese verrà prodotta a partire dal 2013 la versione a cinque porte della MiTo.
Sempre attenendosi al piano ufficiale a Mirafiori è prevista la produzione del restyling della Giulietta e si tratta di una rivisitazione importante perché da questa nascerà anche la variante deputata allo sbarco negli Usa di Alfa Romeo previsto per il 2012.
Tuttavia tutto dipenderà dal fatto se il brand verrà ceduto o meno.
Che il gruppo Volkswagen sia interessato all’Alfa Romeo non è un mistero. Al di là delle ovvie smentite, Sergio Marchionne pare orientato a disfarsi del biscione oltre che dell’Iveco (che dovrebbe essere venduta alla Daimler, la casa che produce le Mercedes ) per incamerare risorse utili per proseguire nel risanamento di Chrysler e nel rilancio di Fiat.
Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha rilanciato proprio in questi giorni una significativa indiscrezione: la cessione del Biscione sarebbe questione di settimane, o al massimo di pochissimi mesi. In realtà, alcune voci raccolte da SicurAUTO.it dicono che la partita sia già stata giocata e indicano addirittura i termini dell’accordo: Volkswagen sborserebbe per le attività di Alfa Romeo circa 3,5 miliardi di euro.
La somma coprirebbe anche l’acquisto del Museo Storico Alfa Romeo e di una parte del dismesso stabilimento di Arese, nei dintorni di Milano.
Fabbrica che la casa tedesca avrebbe intenzione di riqualificare alle attività produttive per mantenere, almeno a livello di immagine, l’italianità che costituisce uno dei patrimoni del marchio Alfa.
Le indiscrezioni si spingono fino a rivelare che la matita di Walter De Silva, l’ex-designer Fiat approdato nel 2000 alla casa di Wolfsburg, sarebbe già al lavoro su almeno un nuovo modello Alfa by Volkswagen. Lo stesso varrebbe per Luca De Meo, altro manager Volkswagen ex-Alfa che conosce bene il marchio italiano essendone stato il responsabile.
La realtà è che nel futuro di Fiat ci sarà sempre meno Italia ma nessuno ha ancora il coraggio di ammetterlo pubblicamente.